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Videosorveglianza: il punto della situazione reale

Carlo Giacobini, HandyLex, 31.5.2019

3d rendering cctv camera or security camera on kids room background

– In questi giorni le Commissioni riunite Lavori pubblici e Ambiente del Senato, in sede di esame del corposo decreto legge “Sblocca cantieri”, hanno approvato un emendamento che riguarda la videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità. Il testo del decreto legge, approdato ora all’Aula di Palazzo Madama, si avvia all’approvazione, previe ulteriori probabili emendamenti.

Limitando la nostra analisi al tema della videosorveglianza, si rilevano, a margine dell’approvazione di quell’emendamento, vari commenti inesatti e incompleti e informazioni distorsive fino a sconfinare nella mistificazione. Tentiamo di riportare chiarezza.

I fatti
L’emendamento approvato istituisce due fondi destinati all’installazione di videocamere di sorveglianza presso le scuole d’infanzia e presso le strutture socio-sanitarie e socio- assistenziali. Ciascun fondo conta su una dotazione di 5 milioni di euro per 2019 e 15 milioni di euro per ognuno degli anni dal 2020 al 2024.

Ci sono risorse nuove? No, i due fondi non contano su nuove risorse. Al contrario un fondo storna e usa risorse destinate al Ministero dell’Istruzione, l’altro fondo preleva da risorse destinate al Ministero della salute per l’ammodernamento delle strutture sanitarie. Inoltre i due fondi vengono attribuiti alla competenza del Ministero dell’Interno.

Quando potranno essere usate le risorse?
Adesso sicuramente no. Per poter essere usate quelle risorse è necessaria una specifica disciplina che attualmente non esiste. In questo senso un disegno di legge è ancora all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato (disegno di legge 897). Il testo, una volta approvato anche dall’Aula, tornerà alla Camera dei Deputati. E i tempi sono del tutto imprevedibili e certamente non brevi. Nel caso di termine anticipato della Legislatura, l’iter deve iniziare da capo (e sarebbe la terza volta).

La misura riguarda tutte le scuole?
No, riguarda solo le scuole d’infanzia e il relativo fondo è riservato a quelle non a scuole di altro ordine o grado.

L’installazione delle videocamere è obbligatoria?
Assolutamente no. L’emendamento approvato non impone l’obbligo. Nemmeno il disegno di legge all’esame del Senato prevede l’obbligo ma, a ragion veduta, solo la possibilità di installare le videocamere. L’installazione, se il testo verrà approvato in quella ormai consolidata versione, sarà possibile previo accordo con le organizzazioni sindacali e rispettando rigorosamente alcuni criteri tecnici anche di tutela della privacy, di accesso e di conservazione dei filmati.

La videosorveglianza servirà per il controllo quotidiano?
Assolutamente no. Il disegno di legge prevede opportunamente che i filmati siano conservati e criptati. Di certo non vi accedono i responsabili della scuola o della struttura. Vi possono avere accesso solo le autorità giudiziarie, in presenza di segnalazioni, denunce, esposti. Cioè esattamente come accade oggi: le videocamere vengono installate (peraltro in modo “riservato”) dalle forze dell’ordine nei casi di segnalazione e denuncia.

A margine di queste evidenze è forse utile interrogarsi sulla reale utilità di questi strumenti ai fini della prevenzione di abusi e maltrattamenti di bambini, anziani o persone con disabilità.

Sotto il profilo tecnico non è ragionevole credere che le videocamere possano realisticamente essere installate, oltre che in ogni struttura, in ogni singolo ambiente (corridoi, bagni, sottoscala…) onde evitare che, paradossalmente, per consumare violenze e abusi ci si trasferisca negli ambienti non raggiunti da videocamere la cui posizione sarebbe ben nota agli operatori. Le videocamere, ben lungi dall’essere dissuasive, possono ingenerare solo diverse strategie per consumare molestie e abusi. Taluni abusi, peraltro, non possono essere affatto essere rilevati in video (esempio, eccesso di sedazione).

Al contempo, osservando le decine, forse centinaia, di fatti di cronaca degli ultimi anni che riportano gravi episodi di violenza, abuso e maltrattamento, non si può ignorare alcune ricorrenze comuni molto evidenti. Nella quasi totalità dei casi i crimini si sono consumati in strutture segreganti, luoghi poco trasparenti e permeabili al territorio, strutture che hanno adottato modalità organizzative spesso oppressive e poco rispettose della dignità delle persone. I più recenti rapporti del Garante per i diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale tendono a confermare questi scenari.

La videosorveglianza, al di là di talune narrazioni, serve a ben poco. Sono, al contrario, necessari interventi per garantire la qualità dei servizi per l’abitare mirati ad assicurare i diritti di inclusione, la libertà di scelta, la dignità delle persone, le relazioni con la collettività di riferimenti, scongiurando sempre la segregazione e l’istituzionalizzazione coatta. Tutto ciò transita, oltre che da un cambio di paradigma culturale, attraverso  nuove regole e nuovi standard per il funzionamento e per l’accreditamento istituzionale di quelle che oggi vengono chiamate strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali.

31 maggio 2019

Carlo Giacobini

Direttore responsabile di HandyLex.org

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Videosorveglianza: il punto della situazione reale ultima modifica: 2019-06-01T07:08:44+02:00 da
Gilda Venezia

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