di Gianna Fregonara, Il Corriere della sera, 18.7.2016
– Da noi il divieto è comunque garantito da una sentenza della Corte Costituzionale. Nel consiglio d’Europa sono solo 18 su 47 i Paesi che non hanno una legge contro le punizioni corporali dei bambini anche in famiglia
A settembre molto probabilmente toccherà alla Francia. Raggiungerà i 49 Paesi nel mondo – 29 su 47 dei Paesi membri del Consiglio d’Europa – che hanno già vietato totalmente le punizioni corporali sui bambini, cioè le sculacciate. Anche quelle dei genitori. Vietata non solo la violenza domestica che ancora esiste nelle famiglie, ma anche quando si perde la pazienza di fronte ad un capriccio anche prolungato usare le mani contro i propri figli. L’Italia non ha ancora raggiunto pienamente il club dei Paesi che hanno scritto nelle proprie leggi il no assoluto alle punizioni corporali. Nei fatti il divieto esiste ed è garantito da una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 che decise contro la sculacciata ma non è ancora seguita una legge. Come invece in Mongolia (2015), Capoverde (2011), benin (2015) Macedonia (2012) giusto per elencare alcuni dei 49 Paesi che hanno aderito con le loro leggi alla «Global initiative to end all corporal punishment of children).
La Francia si adegua
Ora è il momento dei francesi – ci provarono ma senza esito nel 2004 – che in un emendamento al testo della legge sull’eguaglianza e la cittadinanza, adottata in prima lettura il 6 luglio, hanno aggiunto nella parte che riguarda l’autorità genitoriale che è proibito qualsiasi trattamento crudele, degradante e umiliante compreso qualsiasi ricorso alle punizioni corporali». A metà settembre se ne occuperà il Senato. Nel marzo del 2015 la Francia era stata condannata dal Consiglio d’Europa proprio perché nella legislazione non prevedeva un divieto netto e chiaro all’uso della violenza nelle punizioni anche casalinghe.
Il ritardo di Svizzera e Gran Bretagna
Tra i Paesi che ancora non soddisfano i requisiti anti-sculacciata ne figurano sei europei: il Belgio, la Repubblica Ceca, Monaco, la Russia e infine la Svizzera e il Regno Unito. In questi Paesi ancora non è ufficialmente riconosciuto il divieto di picchiare i bambini in casa né la totale inutilità educativa delle punizioni corporali ormai universalmente accettata a livello pedagogico in Europa e non solo.