di Fabiana Fago, InfoDocenti.it, 7.5.2020
– I bambini e gli adolescenti di oggi, se non sono assolutamente ignorati dai propri genitori sommersi di impegni di ogni genere soffrono di una sindrome di accerchiamento genitoriale, che la DAD in taluni casi ha certamente inasprito, parliamo di ingerenza e invadenza nella vita dei figli, che vede i genitori sostituirsi loro in ogni decisione, nella programmazione della giornata, per ogni piccolo o grande impegno, ma anche nella gestione di tutte le relazioni che li riguardano. Un esempio significativo è quello dalla gestione dei genitori di litigi che sarebbero normali fra coetanei e compagni di classe, ma che degenerano perché gli adulti arrivano ad intromettersi, arrogandosi anche il diritto di pronunciarsi sui metodi di insegnamento o valutazione dei docenti.
Un interessamento ossessivo da parte dei genitori che porta inevitabilmente alla mancanza di un confronto costruttivo e responsabilizzante tra e per i bambini/ragazzi; il percorso di crescita in autonomia dei figli di fatto si frena e questi ultimi non riescono più ad arrivare ad una conoscenza indipendente delle proprie capacità e delle proprie caratteristiche specifiche, trovando spesso sfogo nel mettere in atto azioni di bullismo o di cyberbullismo sui compagni o docenti. Dal momento che difficilmente si nasce bulli, la letteratura dimostra che bulli si diventa e questo nella stragrande maggioranza dei casi perché, tra vari fattori, nella relazione genitore-figlio si amplifica il divario di forze e potere. Nella relazione genitore-figlio si pongono in essere azioni che vengono considerate arbitrariamente educative, ma che nei fatti si traducono in prevaricazione; l’adulto è portato ad ancorarsi alla propria posizione di forza, sottomettendo autoritariamente il bambino/ragazzo ai propri voleri, al proprio sistema di valori, ai propri porgetti.
“I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza”. Questo è quel che si intende giuridicamente per obbligo di sorveglianza sui minori che grava sugli insegnanti (precettori), che trova il proprio fondamento giuridico nel 2° comma dell’art. 2048 c.c.; il riferimento normativo riferito ai genitori è invece il 1° comma dell’art. 2048 c.c.). Nonostante almeno una volta l’anno i giornali riempiano le colonne della cronaca con notizie riferite a gravi atti di bullismo, incidenti e irregolarità che si verificano in ambito scolastico, è necessario evidenziare fin da subito l’esistenza, ma soprattutto l’evidenza di una corresponsabilità educativo-formativa dei genitori e della scuola nel processo di crescita del minore. Naturale il dubbio, con la Dad si modificano le responsabilità di docenti e genitori?
Oltre che sul piano della funzione educativa, la scuola è e coinvolta in modo giuridicamente importante sul terreno dell’obbligo di sorveglianza sui minori, nel tempo in cui questi sono ad essa affidati; episodi di bullismo e cyberbullismo e cause intentate dai genitori delle vittime per chiedere il risarcimento del danno (di natura fisica e psicologica) subito dal figlio durante l’orario scolastico, confermano che spesso si arriva a asserire che tali danni siano imputabili ad inadeguata attività di vigilanza da parte del personale scolastico.
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Vigilanza ed educazione ai tempi della DaD ultima modifica: 2020-05-07T09:13:40+02:00 da