WhatsApp a scuola: tra comodità e burnout

Gilda Venezia

di Andrea Carlino, Orizzonte Scuola, 20.4.2025.

Strumento indispensabile o incubo per i docenti?
Il sottile confine tra comunicazione efficace e stress da iperconnessione.

Gilda Venezia
I gruppi WhatsApp sono ormai uno strumento irrinunciabile nella vita scolastica, ma il loro uso indiscriminato solleva critiche sempre più forti. Da un lato, permettono di velocizzare le comunicazioni tra docenti, genitori e studenti; dall’altro, rischiano di invadere la privacy e di trasformarsi in una fonte di stress continuo.

Le famiglie, abituate alla risposta immediata, spesso inviano messaggi a qualsiasi ora, mentre i dirigenti scolastici cercano di imporre l’uso di canali ufficiali per preservare l’autorevolezza della scuola.

Docenti sotto assedio: tra chat notturne e richieste fuori orario

Molti insegnanti si trovano schiacciati tra le esigenze della scuola e le aspettative dei genitori, con chat che diventano un flusso ininterrotto di richieste, anche di sera o nei weekend. Alcuni docenti denunciano un eccesso di ingerenza, mentre altri apprezzano la comodità rispetto ai tradizionali avvisi cartacei. Il problema è che, senza regole chiare, il confine tra lavoro e vita privata si assottiglia sempre di più.

Diritto alla disconnessione: cosa dice la normativa?

La questione della reperibilità h24 trova un riferimento nel CCNL 2016/2018 (art. 22), che introduce il diritto alla disconnessione, soprattutto per i gruppi istituzionali creati dai dirigenti. Tuttavia, molti gruppi tra colleghi nascono in modo informale, lasciando spazio all’autoregolamentazione e, spesso, all’abuso. La soluzione? Stabilire regole condivise, definire fasce orarie per le comunicazioni e, soprattutto, discutere in anticipo le modalità d’uso di questi strumenti. Senza un equilibrio, il rischio è trasformare uno strumento utile in un fattore di malessere per tutto il corpo docente.

Burnout docenti e iperconnessione: quando la scuola non “spegne” mai

L’avvento dei gruppi WhatsApp e della comunicazione digitale ha rivoluzionato il modo di lavorare degli insegnanti, ma ha anche introdotto un nuovo fattore di stress: l’impossibilità di staccare. Sempre più docenti segnalano sintomi da sindrome di burnout, legati alla pressione di dover rispondere a messaggi anche fuori dall’orario lavorativo. La scuola, che un tempo aveva confini temporali ben definiti, oggi si prolunga fino a sera, nei weekend e persino durante le vacanze, attraverso notifiche continue.

Secondo gli psicologi del lavoro, questa reperibilità costante altera l’equilibrio tra vita professionale e privata, aumentando ansia e affaticamento. Il problema non è solo il numero di messaggi, ma l’aspettativa di risposta immediata che si è creata: molti genitori considerano normale inviare richieste alle 21.00 o la domenica, e la mancata risposta viene talvolta interpretata come mancanza di disponibilità. Alcuni insegnanti raccontano di sentirsi sotto esame continuo, con il timore che un ritardo nella risposta possa danneggiare la relazione con le famiglie o la propria reputazione professionale.

Netiquette scolastica: come usare WhatsApp senza esaurirsi

Mentre il dibattito sul burnout guadagna spazio, alcune scuole hanno iniziato a dotarsi di regole condivise per l’uso dei gruppi WhatsApp, con risultati incoraggianti. Tali best practice mirano a trasformare le chat da fonte di stress a strumento efficace, senza stravolgerne l’utilità.

Alcuni esempi concreti:

  1. Orari di silenzio: molti istituti hanno introdotto il divieto di messaggi dalle 20.00 alle 8.00 e nei weekend, a meno di emergenze.
  2. Tipologia di contenuti: si stabilisce cosa è ammesso (avvisi urgenti, convocazioni) e cosa no (richieste personali, discussioni lunghe).
  3. Ruoli definiti: solo i rappresentanti di classe possono postare nei gruppi genitori, filtrando le richieste.
  4. Patti digitali: all’inizio dell’anno, docenti e genitori firmano un accordo sulle regole di comunicazione.

L’obiettivo non è demonizzare WhatsApp, ma usarlo con consapevolezza. Dove queste regole sono state applicate, i docenti riferiscono meno ansia e un miglior clima scolastico. La sfida è bilanciare flessibilità e rispetto, evitando che l’innovazione digitale diventi un boomerang per il benessere di chi lavora nella scuola.

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WhatsApp a scuola: tra comodità e burnout ultima modifica: 2025-04-21T11:22:02+02:00 da

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