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A scuola come in caserma: «Regole dure e punizioni, così si rende di più»

di Caterina Belloni, Il Corriere della sera, 23.9.2017

– Dopo i pessimi risultati degli esami estivi, giro di vite in una scuola superiore di Norfolk. «Hai la nausea? Tieni un secchio vicino al banco». Tutti contro il preside: metodi inutili.

Quanto devono essere severe le regole imposte da una scuola per garantire il benessere dei ragazzi ma anche il loro successo scolastico? Da giorni in Gran Bretagna si discute di questo tema, dopo che, per via dei rumors sui social media, sono diventate pubbliche le indicazioni di condotta diffuse dal nuovo preside della Great Yarmouth Charter Academy di Norfolk, scuola superiore che fino a luglio si chiamava Great Yarmouth High School.

L’isolamento per chi è indisciplinato
Nelle dieci pagine del prontuario si chiede ai ragazzi di andare a dormire alle 21,30 per contare su almeno nove ore continue di sonno e di sorridere ai docenti, oltre che di ringraziare i professori dopo la lezione, quando cambiano classe per raggiungere quella dove si terrà l’ora successiva. I professori, invece, sono invitati a reagire a ogni manifestazione di insubordinazione, a punire con una nota chi non ascolta, a spedire in «isolamento», cioè in una stanza a ragionare sulla mancanza di rispetto compiuta, coloro che masticano la chewing gum o non indossano l’uniforme completa.

Il mal di pancia
Soprattutto non sono concesse perdite di tempo o assenze ingiustificate. Per questo, quando un allievo dice di avere la nausea, il docente non deve dargli il permesso di uscire ma fornirgli un secchio da tenersi accanto, nel caso il fastidio debba degenerare in vomito. Certo, che il mal di pancia sia un malessere difficile da verificare e che spesso venga usato da bambini e ragazzini come scusa per saltare una lezione poco gradita, è noto a qualunque adulto che abbia avuto a che fare con il mondo dell’infanzia, ma probabilmente nessuno era mai arrivato al punto di consegnare un secchio all’alunno e farlo restare in classe.

Disciplina e risultati
Sui social media i genitori hanno parlato di regime da caserma e di quasi bullismo, ma il nuovo preside Barry Smith non ha replicato. Si è detto disponibile per tenere un incontro con le famiglie per spiegare meglio le nuove indicazioni e nulla di più. Anche perché è abituato a gestire situazioni difficili. L’Inspiration Trust, organizzazione che segue istituzioni scolastiche nella regione dell’East Anglia e pochi mesi fa ha rilevato l’istituto, lo ha assunto proprio per questa ragione. Messo a capo di una scuola difficile nei sobborghi di Londra, Smith l’ha raddrizzata fino a ricevere il riconoscimento massimo da parte di Ofsted, l’organismo che sovrintende al mondo delle scuole britanniche. L’idea è che riesca a risistemare anche l’istruzione superiore di questa zona di Norfolk, visto che la vecchia scuola superiore ha ottenuto agli esami Gcse i peggiori risultati di tutto il Paese.

«Direttive improduttive»
Secondo il preside la disciplina è fondamentale per il rendimento, quindi sono state introdotte le nuove regole. Qualcuno protesta, altri sostengono che le sue richieste ricordano le indicazioni base di tutte le scuole britanniche degli anni Sessanta. A Luca Pozzi, psicologo italiano che lavora a Londra, la prospettiva della disciplina ferrea convince poco. «Mi sembra che sia produttiva solo nel breve periodo – commenta – . Seppur l’intenzione sia importante, imporre regole troppo severe rischia di soffocare l’identitá degli studenti. E poi i professori con questo stile corrono il rischio di alimentare negli allievi una rigidità mentale e di scatenare in loro degli atteggiamenti passivo-aggressivi». Secondo Pozzi ci sono altri progetti più produttivi: «Ad esempio introdurre la figura di un educatore, che segua ad ogni ora la classe e diventi una sorta di role model, introducendo comportamenti corretti ed etica». Una specie di figura ponte tra lo studente e il professore. Senza secchi in mano e penne rosse nel taschino.

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A scuola come in caserma: «Regole dure e punizioni, così si rende di più» ultima modifica: 2017-09-23T15:29:10+02:00 da
Gilda Venezia

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Tags: Esteri

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