Continuità didattica: ora tutti la vogliono. Ma è chiaro come raggiungerla?/1

TuttoscuolaNews, n. 806 del 6.3.20217

– Dopo gli esaustivi e necessariamente duri dossier di Tuttoscuola sul caos delle cattedre, che in quest’anno scolastico ha raggiunto il culmine storico, la continuità didattica sembra essere diventato un mantra che ricorre nelle dichiarazioni dei politici. La ministra dell’istruzione Fedeli lo ha ribadito più volte: la continuità didattica, obiettivo prioritario della Buona Scuola, dipende dalla stabilizzazione del sistema e del suo personale.

Anche il suo predecessore Stefania Giannini aveva la stessa convinzione, ma, come si è visto, la continuità didattica è saltata completamente con la mobilità straordinaria che l’anno scorso ha interessato 207 mila docenti (audizione del 21 settembre 2016 davanti alle commissioni riunite Cultura e Istruzione di Camera e Senato: “il piano straordinario di mobilità (…) ha riguardato 207.000 insegnanti in Italia, più del doppio del numero di docenti che, di solito, il piano di mobilità annuale metteva ordinariamente in possibile opzione di trasferimento”; dati che il ministro aveva già riportato il 5 settembre 2016 al Forum “Ambrosetti” a Villa D’Este a Cernobbio: “La legge 107 ha dato la possibilità a tutti i docenti di fare domanda. Significa 207 mila persone con una percentuale di insoddisfazione inferiore al 2%”. A proposito di numeri verità).

La Fedeli ci riprova e con il contratto sulla mobilità 2017-18 concorda temporaneamente la mobilità da scuola a scuola, esclusa dalla 107/15, e svincola temporaneamente gli insegnanti dall’obbligo di permanenza triennale nella scuola, previsto dalla stessa legge 107/15.

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