Continuità didattica: ora tutti la vogliono. Ma è chiaro come raggiungerla?/2

TuttoscuolaNews, n. 806 del 6.3.20217

– La stabilizzazione che uscirà dal contratto sulla mobilità 2017-18 garantirà in futuro – secondo la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli – la continuità didattica. Ma forse non considera, o cerca di minimizzare il fatto, che il pesante squilibrio tra l’elevatissimo numero di docenti meridionali distribuiti su tutto il Paese e la ridotta quantità delle sedi disponibili per loro nel Mezzogiorno renderà strutturalmente permanente la difficoltà di stabilizzare il sistema, e, di conseguenza, assicurare la continuità didattica. Servono ben altre misure. Lo stesso decreto attuativo sul sostegno punta ad elevare a 10 anni la permanenza nel ruolo del sostegno, ma non dice nulla sul vincolo di completare il ciclo di insegnamento nella stessa sede, come peraltro previsto dalla stessa legge 107, di cui è emanazione. Si porrà riparo a questo?

Della medesima logica della stabilizzazione del sistema in funzione della continuità didattica è pervaso l’odg approvato il 28 febbraio in Senato su proposta della senatrice Puglisi (PD) – che ha recepito anche le riformulazioni chieste dal Governo – in riferimento alla soluzione del precariato.

Nel documento approvato dalla maggioranza dei senatori si afferma, tra l’altro, che “Il nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento dei docenti previsto rappresenta lo strumento che porterà alla definitiva stabilizzazione degli insegnanti precari, garantendo, in tal modo, la tanto sospirata continuità didattica per gli studenti”.

La ministra Fedeli si è dichiarata soddisfatta per l’OdG approvato, convinta che si potrà evitare “in futuro, di replicare errori che hanno lasciato per troppo tempo le docenti e i docenti nell’incertezza e le nostre ragazze e i nostri ragazzi senza la dovuta continuità didattica”.

Non vi è dubbio che il sistema nazionale d’istruzione può (e deve) guadagnare in stabilità con il superamento del precariato, ma la continuità didattica non può esserne una semplice conseguenza casuale. La continuità va garantita sia con la stabilizzazione del personale precario, sia con interventi regolatori della mobilità del personale, con criteri incentivanti, tenendo presenti i diritti prioritari degli alunni.

D’altronde la stabilizzazione del precariato non deve prescindere da un reclutamento severo e di qualità. I concorsi vanno fatti regolarmente per consentire ai giovani di partecipare con la prospettiva di inserirsi nel contesto territoriale dove ci sono posti disponibili.

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Continuità didattica: ora tutti la vogliono. Ma è chiaro come raggiungerla?/2 ultima modifica: 2017-03-06T05:32:55+01:00 da
Gilda Venezia

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