Categorie: InsegnantiSentenze

Culpa in educando (Art.2048 CC)

di Luigi ManfrecolaEducazione & Scuola, 30.10.2017

– Meglio farebbero giudici , governo e Ministero a fare la loro parte più adeguatamente! I minori si dimostrano, di fatto, sempre più “minori” : nel senso del “minus habens”.

Minorati principalmente nel senso morale e nella capacità critica, per come sono ridotti : vittime della noia, del disimpegno, del sensazionalismo, del narcisismo, della flebo – music che ne fa rintonare cuffiette e cervello fin dal mattino.

Gli atti di bullismo e di criminalità violenta che li vedono protagonisti si sprecano e fanno ormai parte del nostro raccapricciante quotidiano.

Il buonismo, il permissivismo, il protezionismo folle dei loro nuovi genitori allevati, essi stessi, con troppa benevolente indulgenza sono all’origine della situazione di degrado che è sotto gli occhi, anche complici (ma non solo) della mancanza di prospettive occupazionali che li rinchiude in un presente asfittico ed affollato di mostriciattoli da video-game che , mediante le quotidiane esperienze “virtuali” , ma molto più coinvolgenti di quelle cosiddette reali, li educano “alla violenza” regalando loro “ vite” da spendere e da bruciare irresponsabilmente sul piccolo schermo: al di fuori – ma anzi contro – ogni regola del vivere civile.

Ed in questa situazione intollerabile, quale è la risposta delle Istituzioni? Il MIUR pretende di risolvere la questione con qualche circolarina e qualche docente” referente “che si prenda carico di una rieducazione infarcita di retorica e buoni propositi. Il governo si autoelogia giochicchiando con le risibili statistiche di “crescita occupazionale, “viaggianti sullo 0,….virgola e qualche cosa”.

Ma c’è di più. Ci sono poi i giudici che pontificano sulle responsabilità degli adulti – scuola in primis – blaterando sul dovere di vigilare sull’incolumità dei minori poiché, si sa, fino a quattordici anni si è giuridicamente irresponsabili ed incapaci di provvedere a se stessi.

Così arriviamo a ridicole sentenze piovute da Marte che imporrebbero a docenti e Presidi di non fare uscire gi alunni da scuola se non consegnandoli ad un familiare che ne prenda carico.

Dal che consegue (conseguirebbe) un affollamento sine die dei locali da parte di ragazzini, bidelli e docenti nella speranzosa attesa che un volto familiare si profili all’orizzonte .

Come poi potrebbe essere rispettato l’orario di servizio del personale , non è dato sapere.

E nemmeno è dato sapere come farebbero i genitori impegnati al lavoro ad abbandonarlo per ubbidire al diKtat dei “giudiziosi” giudici.

Ebbene, non sarebbe il caso di chiedere il conto solo ai genitori, ma non per questa sola impraticabile incombenza bensì per tutte le altre…?

Per le malefatte e le scorrettezze imputabili ai figli divenuti ingestibili perfino nelle scuole ma sempre , viceversa, amorevolmente tutelati e protetti dalla mammine chiocce?

Non sarebbe il caso di applicarlo quel benedetto articolo di legge che profila la “culpa in educando” in modo da allertare i genitori sprovveduti e lassisti richiamandoli ai rischi personali conseguenti dalla condotta dei figlioli.

Personalmente sono certo che solo un’educazione al rispetto ed alla responsabilità, impartita fin dai primi anni dai genitori, potrebbe arginare la deriva assurda che va minando la convivenza civile e la pubblica incolumità. I guasti fatti dalla cosiddetta pedagogia non direttiva (Carl Rogers) e dalla malaugurata pediatria dello spockismo (Benjamin Spock e seguaci) sono ormai sotto gli occhi di tutti, così come è evidente quella “Morte del padre” e del principio di autorità segnalata da tempo dalla sociologia e dalla psicanalisi.

E’ il caso di porvi rimedio con un’azione tempestiva e precoce confidando negli insegnamenti della filosofia e della psicologia (da Locke fino a Bandura).

E QUESTO COMPITO PUÒ ESSERE SOLO DEI GENITORI e , posto che sia tardi per rieducarli, non è certo tardi per impensierirli richiamandoli alle loro responsabilità .

Il Codice va attualizzato e va applicato con discernimento quando serve e dove serve.

Ed è questo proprio il compito del giudice che è chiamato ad applicare le leggi con intelligenza, come vuole lo stesso codice che, non a caso, prevede aggravanti ed esimenti.

O almeno così dovrebbe essere, visti i recenti esempi…

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Culpa in educando (Art.2048 CC) ultima modifica: 2017-10-30T22:29:49+01:00 da
Gilda Venezia

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