Dietrofront Buona scuola la via degli esami light per far posto ai precari

di Corrado Zunino,  la Repubblica, 28.2.2017

–  Ancora una modifica alla riforma Renzi-Giannini. L’ipotesi della ministra Fedeli fa sperare 200 mila.

Ci sarà il concorso per precari. Su misura. Per svuotare non solo la prima fascia Gae — refrain della Buona scuola renziana —, ma anche quell’ampio parco di docenti supplenti che le aule le conoscono, ci stanno dentro con contratti annuali e da tempo chiedono di essere regolarizzati.

La Buona scuola bis, questa del ministro Valeria Fedeli su mandato di Paolo Gentiloni, ha scelto di recuperare i precari abilitati e addirittura i non abilitati con tre anni di insegnamento e di dar loro una chance speciale. Un’altra inversione di rotta rispetto alla legge originaria.

La ministra in questi giorni ha chiesto i numeri del precariato scolastico allo staff. Regioni, classi di concorso, nel dettaglio. I conti, ha già compreso, non tornano. L’enorme sforzo prodotto dalla Legge 107 (tre miliardi investiti nella scuola, il più grande concorso a cattedre mai allestito) aveva prosciugato le Graduatorie di prima fascia, aveva affidato le chanche residue per chi era in seconda fascia ai bandi ogni tre anni abbandonando al loro destino i precarissimi della terza (laureati senza abilitazione). Nelle Gae si era arrivati a contare poco più di trentamila iscritti, quasi tutte maestre d’infanzia. Ma le sentenze dei tribunali amministrativi, che nell’ultima stagione hanno riconosciuto la prima graduatoria (e la futura assunzione) anche ai diplomati delle scuole magistrali, hanno portato nella trincea della scuola un esercito di nuovi “aventi diritto” al posto fisso. Gli ultimi numeri — fonte Pd — dicono che gli iscritti solo nelle Gae, oggi, sono 132.800, di cui 106.000 esclusivamente per l’infanzia. Di fatto, sono 88.000 persone, visto che ognuno può iscriversi in più classi di concorso.

Per quanto riguarda le scuole materne, anche se davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato Fedeli aveva anticipato «una soluzione definitiva del problema infanzia », la verità è che il problema ogni giorno peggiora: l’affollamento di aspiranti maestri cresce. La piccola novità in questo sconforto di numeri ingestibili è che la Legge 0-6, una delle otto deleghe in discussione nelle commissioni e a breve pronta, prevede per il settore denaro e potenziamento: «Lo schema di decreto legislativo», si legge, «stanzia risorse utilizzabili per incrementare i posti disponibili».Non potranno bastare, però, per assumere tutti i pretendenti.

Ecco, dopo i grandi numeri non risolutivi del 2015-2016 ora si lavora sullo “specifico” e su un’offerta più contenuta. Questo marzo di leggi delega serve per preparare un biennio 2017-2018 su misura per categorie di docenti precise, classi di concorso non coperte, alcune regioni specifiche (al Sud, specialmente, Campania e Sicilia soprattutto). Con la chiusura del concorsone 2016 — «entro il prossimo settembre », ha detto Fedeli — si aprirà la “fase provvisoria”. E all’interno della delega sul reclutamento, articolo 17, prevederà un unico concorso dedicato ai precari.

I due blocchi di supplenti che potranno trovare l’agognata cattedra saranno, come detto: gli abilitati di seconda fascia e i non abilitati (quindi terza fascia, quelli che la Buona scuola aveva escluso da ogni ipotesi di assunzione) con almeno 36 mesi di insegnamento in classe. In quest’ultimo caso pesa una sentenza della Corte Ue. Per i primi — coloro che sono in possesso di abilitazione — il ministero dell’Istruzione prevede un concorso leggero: solo un orale. Per i secondi — solo laureati — ipotizza una prova con un solo scritto, invece dei canonici due. Entrambe le categorie avranno un tirocinio in classe ridotto da tre a un anno.

Oggi al Senato il Pd presenterà una mozione, prima firmataria Francesca Puglisi, che impegna il governo «a garantire l’assunzione di insegnanti di sostegno», a consentire ai neolaureati «adeguate possibilità di accesso ai ruoli della scuola» e ricorda che il decreto sul reclutamento prevede un nuovo corso di Tirocinio formativo attivo (Tfa) per le classi di concorso che alle spalle non hanno più precari in graduatoria. I Tfa servono, appunto, per abilitarsi all’insegnamento. C’è un largo bacino di precari — tra i 150 e i 200mila — che con la “fase transitoria” vede riapririsi la possibilità di una cattedra a scuola.

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Dietrofront Buona scuola la via degli esami light per far posto ai precari ultima modifica: 2017-02-28T07:04:46+01:00 da
Gilda Venezia

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