Proprio nei giorni scorsi, in fase di conversione in legge del Decreto n. 3 dell’11 gennaio 2023, il Parlamento – grazie anche ad un emendamento proposto dallo stesso Governo – ha aumentato le risorse disponibili per il territorio del cratere sismico del Centro Italia; grazie a questo intervento sarà possibile derogare al numero minimo e al numero massimo di studenti per classe fino al 2028, scongiurando quindi chiusure di plessi scolastici in zone già in sofferenza.
“Questo – ha spiegato ancora Valditara – vorrà dire più docenti, più dirigenti scolastici. Diamo così una risposta in particolare a quelle sedi scolastiche parzialmente o totalmente inagibili, quelle ospitate in strutture di emergenza”.
Sarà quindi possibile – ha concluso il Ministro – intervenire per limitare il pericolo di spopolamento nelle zone terremotate per prestare maggiore attenzione alle piccole comunità, alle aree disagiate, come quelle di montagne.
Resta il fatto che, a torto o a ragione, non si fermano le proteste delle regioni e delle organizzazioni sindacali sulla questione.
Quasi quotidianamente, infatti, si registrano dichiarazioni preoccupate riferite a realtà e territori diversi.
Nelle prossime settimane le Regioni dovranno mettere a punto i propri piani di razionalizzazione e vedremo cosa succederà.
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