Orizzonte Scuola, 17.4.2019
– Nel corso dell’evacuazione di un edificio scolastico ci si trova di fronte a molte problematiche che rendono l’esodo complicato e non privo di pericoli, soprattutto per alunni con disabilità: barriere architettoniche, affollamento, mancanza di personale di sostegno. Cosa fare in casi come questi?
Le norme di sicurezza antincendio sono da sempre pensate per un’utenza in possesso di facoltà sensoriali o di mobilità standard, anche se recentemente, a livello internazionale, è sorto l’interesse per norme più vicine alle esigenze delle persone con disabilità.
L’Italia, con la Legge 18/2009, ha ratificato e resa esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2006.Con il medesimo provvedimento viene istituito l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.
Con le Linee Guida del M.I.U.R. Prot. n°. 4274/09 (Integrazione scolastica degli alunni con disabilità viene sottolineata la fondamentale importanza dell’efficace coordinamento tra i diversi interventi istituzionali necessari (sistema scolastico, sistema sanitaria ed Enti locali).
Vengono inoltre riportate le regole operative per l’Istituto scolastico e per la partecipazione della famiglia.
La prima fase da tenere in considerazione in caso di presenza di alunni disabili è quella della pianificazione. Occorre determinare attraverso l’analisi dell’ambiente scolastico le difficoltà oggettive che la struttura dell’edificio può creare per disabili di carattere motorio.
Gli elementi da tenere in considerazione sono i seguenti:
L’addetto alla squadra di emergenza ed evacuazione ha una serie di compiti sia generici che specifici che riguardano soggetti con disabilità:
Non tutte le disabilità sono comparabili e la movimentazione di una persona con disabilità motoria dipende necessariamente dal grado di collaborazione che la stessa può fornire.
Si possono individuare in linea generale i seguenti passaggi:
Questo tipo di tecnica si usa nel caso in cui ci sia un solo operatore disponibile al soccorso.
Per trasportare una persona con arti inferiori non reattivi, bisogna tenere in considerazione che il disabile deve pesare molto meno di chi lo trasporta (come potrebbe essere il caso di un bambino della scuola primaria e di un collaboratore scolastico di sesso maschile con buona prestanza fisica).
Occorre chiedere al trasportato di collaborare facendogli mettere un braccio attorno al collo in modo da alleggerire il peso sopportato dalle braccia.
Questa è sicuramente la condizione più auspicabile e che deve essere accuratamente pianificata in fase di prevenzione.
Gli operatori devono flettersi avvicinandosi molto al disabile e coordinarsi contando fino a tre. Con questa tecnica gli operatori possono agevolmente sollevare e trasportare una persona il cui peso è lo stesso o addirittura superiore a quello di un singolo trasportatore.
Questa tecnica è sconsigliata in caso di persona non collaborante o priva di controllo del capo.
La situazione ottimale prevede a presenza di due soccorritori.
Un operatore da dietro afferra le impugnature di spinta della carrozzina e la inclina di 45° fino a bilanciarla. L’altro afferra la parte anteriore del telaio, si coordina ai movimenti del collega cercando di non sollevarla eccessivamente per non sovraccaricare l’operatore dietro.
Questa modalità di assistenza deve essere presa in considerazione solo in casi eccezionali.
È infatti particolarmente gravosa perché richiede una certa collaborazione del trasportato che deve controllare le route. Se non collaborante, il peso grava tutto sull’operatore, con grossa sollecitazione dell’apparato muscolo scheletrico e difficoltà di controllo del movimento
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Evacuazione scuola, cosa fare in caso di alunno con disabilità motoria ultima modifica: 2019-04-18T05:07:24+02:00 daLa Tecnica della scuola, 13.5.2024. I programmi svolti devono essere firmati dagli studenti? Con l’avvicinarsi…
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