Il caos affascinante

di Francesco di Lorenzo, Fuoriregistro  8.8.2015.  

Tra un ministero menefreghista ed essenzialmente incompetente e sindacati che da parecchio coltivano orticelli inutili, non potevamo aspettarci altro. E puntualmente, quello che Fuoriregistro aveva previsto, è sotto gli occhi di tutti: il caos completo (per la cronaca, questo caos il ministro Giannini lo percepisce come affascinante: infatti, a pensarci, il bordello ha sempre un certo fascino). Mentre passa in secondo piano la sensazione che provano alcune categorie di lavoratori della scuola che si sentono impotenti, defraudati di ciò che per un essere umano conta più di ogni altra cosa, defraudati in primo luogo della dignità.
Messi male lo siamo da un po’. Anche perché, come contraltare, possiamo contare sulle idiozie di un certo Salvini, che è l’ultimo esponente di una genia di senza cervello che ogni tanto spuntano nella politica italiana, inquinano i pozzi e dopo ci vogliono decenni per riportare a galla un poco di razionalità. Ma mica tanto? Solo quel poco di volontà di ripristinare una velata ‘morale razionale storica’ che alla fin fine equivale al buon senso, nulla di più. Il problema è saperlo ritrovare, il buon senso. Quindi, niente rivoluzione, si auspica solo un qualche centimetro in più di evoluzione. Ma in momenti come questi tutto sembra troppo.

Dopo vent’anni, la legge è del 1996, è stata finalmente pubblicata l’anagrafe dell’edilizia scolastica. In Italia tutto diventa difficile, anche la trasmissione dei dati da parte dei Comuni (proprietari del 77% degli edifici). Quale il motivo di tanto ritardo? Forse negligenza, forse inefficienza o … altro. Chissà? Comunque, dei 43mila edifici esistenti sulla nostra penisola, il 50% è stato costruito prima del 1971, cioè prima che fossero obbligatorie le norme sul collaudo della staticità, insomma, prima delle norme antisismiche. Dei 43mila edifici, quasi ottomila non sono attivi, nel senso, spiega il rapporto, che non si svolgono in essi attività di istruzione: immaginiamoci da soli cos’altro si possa fare in scuole abbandonate. Interessante per la storia che 430 edifici, l’un per cento del totale, sono stati costruiti prima del 1800. (Paradossalmente alla fine scopriremo che sono quelli che si mantengono meglio, anche perché tra gli edifici crollati per i terremoti di Abruzzo e poi L’Aquila, la data di costruzione era recentissima).
Naturalmente sia il ministro Giannini, sia il sottosegretario Faraone (immancabile), si sono abbondantemente autoincensati senza nessun motivo valido; la prima come se lei stessa avesse fatto il lavoro di ricerca, o l’idea fosse farina del suo sacco; il secondo mettendo l’accento prima sulla difficoltà di reperire i dati, poi sulla trasparenza, perché tra pochi giorni i dati saranno disponibili in rete. Che dire? I nostri politici o presunti tali, si accontentano di allucinarsi con poco.

La notizia arriva dalla provincia di Lucca. I fatti. Era il 30 ottobre del 2010, e quella mattina c’era l’inaugurazione del nuovo polo scolastico di Lido di Camaiore. Era atteso il ministro Altiero Mattioli e l’atmosfera era naturalmente di festa. La preside dell’Istituto comprensivo Camaiore 2 pensò, chissà per quale complicato motivo, di vietare ad un bidello disabile la partecipazione all’evento. Ora, come sia possibile che un dipendente, seppure disabile, che però ha delle mansioni specifiche che esperisce tutti i giorni, proprio nel momento di una cerimonia di inaugurazione venga escluso, è assolutamente impensabile (ma non per tutti).
I genitori del ragazzo discriminato si sono rivolti al giudice del lavoro di Lucca che, con una sentenza regolarmente emessa, ha condannato il Miur al risarcimento.
Breve commento: non si sa, a volte, cosa passi per la mente di certe persone che hanno responsabilità particolari. Come possa venire in mente a qualcuno che opera nella scuola un cavillo così discriminatorio e poco opportuno, è certo materia di ordine psichiatrico. Con tutto quello che ne consegue per tutti noi.

Il caos affascinante ultima modifica: 2015-08-09T06:06:21+02:00 da
Gilda Venezia

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