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Il primo settembre suoni la campanella per tutti

di di Gabriele Toccafondi,  ItaliaOggi, 21.4.2020

– Anche per i bambini di infanzia e primaria oggi ignorati –

La scuola non è semplice acquisizione di nozioni o erogazione di titoli di studio. La scuola è relazione, è costruzione quotidiana di una comunità, è parte dell’identità di un paese ed è anche il luogo deputato a rimuovere le diseguaglianze (non sempre con successo, purtroppo). Solo una visione adulto-centrica può relegare queste preoccupazioni a questioni secondarie. Invece è innanzi tutto di queste che dobbiamo tenere conto quando prendiamo decisioni su esami di Stato, valutazione, recuperi e avvio di settembre, modalità di lezione. Con la consapevolezza che navighiamo in mare aperto, che le future modalità di convivenza con il virus sono in gran parte ignote, che non tutto potrà tornare come era prima. I medici, gli scienziati, ci aiuteranno a capire rischi e situazioni da evitare, ma la politica ha il dovere di decidere. Per farlo dobbiamo chiarirci su quali siano i nostri obiettivi e quali i rischi che corriamo. L’obiettivo è quello del successo formativo di tutti e di ciascuno. Il rischio è che si saldino, a proposito di didattica a distanza, due visioni apparentemente contrastanti: da un lato chi immagina di replicare a distanza dinamiche e pratiche della scuola cosiddetta tradizionale; dall’altro chi si illude di poter ingegnerizzare un processo che, in primo luogo, è relazione educativa e in quanto tale non ingegnerizzabile. Sono i due estremi da evitare. Con queste premesse, penso ci si debba muovere schematicamente su queste, linee.

  • – Sugli esami di Stato di fine ciclo («terza media» e «maturità») non possiamo rassegnarci a farne una formalità da espletare. Riflettiamo sulle modalità possibili e non impicchiamoci a una data, quella del 18 maggio: se deve essere una data per tutti, è già evidente che si tratta di una finzione. Che cosa impedisce di ragionare sulla possibilità di un rientro delle sole classi terminali? Non si può decidere a cuor leggero di rinunciare agli scritti per la maturità o addirittura anche all’orale per la terza media.
  • – Sulla valutazione si deve ribadire che la valutazione è un diritto degli studenti prima che un dovere della scuola. Una promozione generalizzata, resa necessaria dal fatto che non tutti sono stati raggiunti dalla didattica a distanza e non tutti allo stesso modo, non deve significare una promozione indifferenziata. In altri termini, le insufficienze devono figurare per quello che sono, nessun 6 con debito, quindi. Il consiglio di classe potrà promuovere anche con alcune insufficienze, che andranno inserite nella pagella. Più in generale, i Collegi docenti devono mantenere spazi di manovra e di discrezionalità, all’interno di una cornice uguale per tutti.
  • Sull’avvio a settembre. Rientrare il 1 settembre dovrà essere per tutti. Sarà l’occasione per sistematizzare quanto fatto a distanza e per un lavoro più approfondito per chi ha avuto una o più insufficienze (con un impegno maggiore per questi studenti). Non mi sembra realistico, se vogliamo sia una cosa seria, che questo lavoro possa terminare entro il 15 settembre: servono tempi distesi per questa fase, sulla cui qualità poggerà l’efficacia del prossimo anno scolastico. Anche per i più piccoli, inclusa la scuola dell’infanzia, che stanno vivendo un’esperienza che in alcuni potrebbe lasciare segni profondi: hanno bisogno di riprendere il dialogo educativo rispettando i tempi di ciascuno.
  • Sulle modalità di lezione del prossimo anno, dobbiamo ragionare sapendo che potranno esserci anche in futuro periodi di sospensione delle lezioni, non necessariamente in tutto il paese, e neanche per tutti gli studenti di una scuola (per esempio potrebbe essere necessario dividere le classi in gruppi che si alternano nella stessa aula, per garantire una maggiore distanza tra gli studenti). Si deve quindi proseguire nella direzione di rimuovere i problemi emersi in questi mesi. Sfruttando il periodo che ci separa dalla riapertura per interventi di messa in sicurezza, ma anche, dove possibile, di adeguamento degli spazi alle mutate esigenze sanitarie e didattiche.

Sono consapevole dei problemi che questo approccio si porta dietro. Ma sono per lo più problemi degli adulti che devono essere risolti dagli adulti, non scaricati su bambini e ragazzi. La scuola è per loro, non lo dobbiamo mai dimenticare.

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Il primo settembre suoni la campanella per tutti ultima modifica: 2020-04-21T08:37:43+02:00 da
Gilda Venezia

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