TuttoscuolaNews, n. 1058 del 21.11.2022.
Tra le riforme della scuola che l’attuale ministro dell’Istruzione e del Merito dovrebbe cercare di attuare c’è senz’altro quella della stabilizzazione del sistema, evidenziata da un tasso crescente di utilizzo di docenti con contratto a tempo determinato annuale o fino al termine delle lezioni.
Le conseguenze di questa non adeguata stabilità del sistema, considerate quanto meno sotto l’aspetto organizzativo, sono evidenti, come ben sanno gli studenti e le loro famiglie.
Innanzitutto, all’inizio di ogni anno scolastico, mentre i docenti di ruolo sono in cattedra fin dal primo giorno, quelli con contratto a tempo determinato arrivano spesso ad anno scolastico cominciato, a volte anche abbondantemente.
Inoltre, nella maggior parte dei casi, si tratta di docenti non confermati sul posto o cattedra occupato nell’anno precedente, con buona pace per la continuità didattica.
E di anno in anno questa criticità aumenta.
Nel 2020-21, l’anno più recente relativo agli organici del personale scolastico statale pubblicati nel portale dati del ministero dell’Istruzione, i docenti supplenti con contratto a tempo determinato hanno occupato mediamente il 25% dei posti e delle cattedre funzionanti.
Se nella media nazionale in cattedra sedeva, pertanto, un docente precario ogni quattro, vi erano regioni con percentuali ben più elevate, come, ad esempio, in Piemonte e Lombardia che, rispettivamente con il 34,1% e il 33,8% hanno avuto in cattedra praticamente un precario ogni tre docenti.
Situazione del tutto simile anche in Toscana (32,7%), in Emilia R. (31,9%) e in Liguria (31,7%)
Ben diversa la situazione nelle regioni del Mezzogiorno con Campania, Calabria e Basilicata a poco più del 13% di docenti precari in cattedra (mediamente un docente precario ogni 7-8 docenti) e con la Sicilia al 14,4% (un precario ogni sette).
In tutti i casi, comunque, anche con minori tassi di precarietà, la non stabilizzazione del sistema nuoce alla qualità dell’offerta formativa, mentre l’amministrazione da anni sembra impotente a contenerla.
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