Categorie: Riforma

La classe sociale non fa il bullo

di Marco Leonardi e Marco Paccagnella,  La Voce.info, 7.5.2018

Vero che gli episodi di bullismo sono meno frequenti nei licei rispetto agli altri indirizzi di studi. È quanto si ricava dalla lettura dell’indagine Invalsi. Ma non sembra dipendere dalla classe sociale di provenienza degli studenti.

Atti di bullismo per tipo di scuola

Qualche giorno fa, Michele Serra ha rinverdito il dibattito sulle classi sociali e su come si perpetuano tra generazioni. Due i punti principali del suo articolo: 1) la scuola italiana è stratificata: i figli di genitori ricchi e istruiti vanno al liceo, gli altri frequentano gli istituti tecnici e professionali; 2) di conseguenza, in questi ultimi c’è più bullismo che nei licei.

Ma che cosa dicono in proposito i dati? Sui social network molti hanno fatto notare che secondo l’indagine Istat nel 2014 il 54,5 per cento degli studenti liceali si era dichiarato vittima di atti di bullismo, contro il 50 per cento circa degli studenti negli istituti tecnici e professionali.
Informazioni più precise possono essere tratte dall’indagine Invalsi sull’anno scolastico 2014-2015. Questi dati coprono l’intera popolazione degli studenti che frequentano la seconda superiore (mentre l’indagine Istat è campionaria e riferita a ragazzi fra gli 11 e i 17 anni di età). Soprattutto, il questionario Invalsi chiede ai ragazzi non solo se sono stati vittime di atti di bullismo, ma anche se ne sono stati autori. E permette di differenziare gli atti di bullismo a seconda della loro gravità.
Se accorpiamo tutti i fenomeni di bullismo (prendere in giro, insultare, escludere e picchiare) non ci sono differenze legate all’origine sociale: i ragazzi con almeno un genitore laureato hanno probabilità di essere “vittime” e di essere “bulli” simili a quelle dei ragazzi con entrambi i genitori senza laurea. Per contro, sia le vittime sia i bulli sono più diffusi fra gli studenti degli istituti tecnici e professionali che fra gli studenti liceali. Un simile quadro appare anche quando ci concentriamo sugli episodi di bullismo più gravi (picchiare ed essere picchiati), benché in questo caso emerga una leggera prevalenza di bulli (picchiatori) tra i figli di genitori non laureati (13 per cento contro il 10 per cento dei figli di genitori laureati).

Michele Serra ha dunque probabilmente ragione nell’affermare che gli episodi di bullismo sono meno frequenti nei licei rispetto agli altri indirizzi di studi, ma non sembra esserci evidenza che questo sia dovuto alla classe sociale di provenienza, misurata dal grado di istruzione dei genitori.

Tabella 1

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La classe sociale non fa il bullo ultima modifica: 2018-05-08T21:31:06+02:00 da
Gilda Venezia

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