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La scuola deve preparare alla vita non al lavoro

Lucio Ficara   La Tecnica della scuola  Giovedì, 20 Agosto 2015.  

C’è un tempo per tutto, un tempo, quello dell’infanzia, per giocare ed essere spensierati, quello dell’adolescenza per studiare e prepararsi alla vita, quello della maggiore età per incominciare a specializzarsi e imparare un lavoro, il tempo della maturità che con l’esperienza ci ha fatto diventare esperti e capaci, per trasmettere ai più giovani il nostro sapere e il nostro sapere fare, e infine c’è il tempo della vecchiaia dove è giusto raccogliere i frutti e le gioie di quello che si è saputo seminare nella vita. Questo è il ciclo naturale della vita, attraverso il quale, i nostri padri e i nostri nonni, hanno fatto grande il nostro Paese.

Uno dei passaggi fondamentali dell’esistenza di un uomo è l’età scolare, un’età che va da i 5 ai 18 anni, dove la scuola dovrebbe preparare alla vita e non al lavoro. Conoscere, leggere, scrivere, calcolare, apprendere, comprendere, analizzare, sintetizzare, comunicare, osservare, ragionare, criticare, sono solo alcuni dei verbi basilari per educare alla vita un adolescente. Questo è il compito della scuola e dei suoi insegnanti, non quello di adeguarsi a logiche del territorio, dell’economia locale, del profitto, del lavoro e del mondo dell’impresa.

Se l’Italia è, secondo una chiara indagine OCSE, il primo Paese al mondo per analfabetismo funzionale, forse il problema è dovuto ad un sistema d’istruzione che non rispetta adeguatamente il tempo dell’adolescenza. La scuola dei quiz e dell’Invalsi, sta uccidendo il senso critico e la capacità di fare matematica, a tal punto da mettere in crisi un’intera generazione e un intero Paese. Sostenere che l’abilità dimostrativa di un teorema matematico, non sia utile perché molto spesso è incomprensibile ed annoia i ragazzi, significa annientare le grandi potenzialità del genere umano. Nei corsi di aggiornamento che si fanno nelle scuole, ai prof di matematica viene detto di non dimostrare le formule e i teoremi, in quanto noiosi e incomprensibili ai più, ma di applicarli per la risoluzione di problemi concreti. Togliere il ragionare per astratto, eliminare il senso critico e la purezza di un ragionamento filosofico, significa non preparare  i nostri ragazzi alla vita, ma condannarli per sempre ad essere schiavi dell’economia e del lavoro.

Non potrà mai esistere una Buona Scuola, se la scuola non tornerà a preparare i ragazzi alla vita, lasciando perdere quelle logiche di profitto e di economia, che sono la rovina del mondo.

La scuola deve preparare alla vita non al lavoro ultima modifica: 2015-08-21T05:13:09+02:00 da
Gilda Venezia

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