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L’Erasmus anche in azienda. Il boom dei tirocini: +11%

di Antonella De Gregorio,  Il Corriere della Sera  27.10.2015.  

Al programma un finanziamento da due miliardi di euro della Commissione.
Silvia Costa (Pd): «Così si riduce la disoccupazione giovanile»

Un po’ si studia, un po’ si lavora. Molto si impara, acquisendo – per dirla con gli esperti – quelle «skills del ventunesimo secolo» che il World Economic Forum ha chiesto al sistema educativo di garantire: problem solving, creatività, capacità di guidare un team. Il tutto con una soggiorno all’estero di qualche mese? Sì, sembra dire un recente report della Commissione Europea, che sostiene che in termini di accesso al lavoro e di carriera, l’ex studente Erasmus ha una minore possibilità di rimanere disoccupato dopo la laurea: il 3% in meno dopo 3 mesi in Europa, e il 2% dopo 12 mesi rispetto ai «non Erasmus».

Più occupati
E non si tratta solo di trovare un’occupazione: gli ex studenti Erasmus lavorano di solito in settori più internazionali, in aziende con più contatti con l’estero o filiali straniere, con clientela internazionale, viaggiano di più per lavoro. Con ricadute sulle possibilità di guadagno e di carriera anche di lungo periodo: «Cinque anni dopo il completamento degli studi, il tasso di disoccupazione tra gli ex Erasmus è più basso del 23% rispetto agli altri», ha ricordato Silvia Costa, eurodeputata Pd e presidente della commissione cultura (Cult) del Parlamento europeo.

Rito di passaggio
Quello che è ormai un classico rito di passaggio per tantissimi giovani europei (tre milioni e mezzo dal 1987 ad oggi) attira sempre più studenti. Per molti è la prima occasione di uscire di casa, di conoscere coetanei, di incontrare l’amore. Ma è sempre più anche un percorso di studio e volontariato, un’esperienza di lavoro e di sport, persino. Perché dal 2014 Erasmus è cresciuto e si è evoluto in Erasmus+ e offre tante opportunità: di studiare, formarsi, insegnare ed effettuare esperienze di lavoro all’estero: un’opportunità, quest’ultima, che cresce più di tutte le altre forme di mobilità: +11% dice l’Indire, sede per l’Italia dell’«Agenzia Erasmus+». Nel bilancio dell’Agenzia per il 2015/16 sta scritto che saranno oltre 5mila gli studenti che partiranno per «placement» in imprese europee.

America Latina regina
Un incremento cui ha contribuito l’ingresso degli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, fra le organizzazioni che possono partecipare alle attività di scambio universitario. È il risultato più importante contenuto nel bilancio fornito dell’Indire, insieme ai dati che evidenziano quanto cresca la mobilità da e verso i Paesi extraeuropei: 1.210 studenti in ingresso e 458 in uscita, più 320 docenti stranieri che svolgeranno attività di insegnamento nei nostri istituti a fronte di 277 in partenza. Nel mondo, l’area che suscita maggiore interesse da parte degli italiani è l’America latina, mentre studenti e docenti in arrivo dal mondo, provengono principalmente dal Mediterraneo meridionale: 399 quest’anno, in arrivo da Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Palestina, Siria e Turchia; e si concentreranno soprattutto nelle Università di Messina (84 studenti), Roma La Sapienza e Palermo. L’Italia poi è tra i quattro principali Paesi (con Spagna, Germania e Francia) per studenti in partenza verso diverse destinazioni europee. Se si guarda all’accoglienza, siamo al quinto posto, poco dopo Spagna, Germania, Francia e Regno Unito, con circa 20mila studenti stranieri ospitati nelle nostre università.

Inclusione
E intanto la Commissione Ue ha annunciato il nuovo stanziamento per il 2016 per Erasmus+ (che è stato inaugurato nel 2014 e avrà termine nel 2020): 2,2 miliardi di euro per garantire a 600 mila giovani europei nuove opportunità di studio e di apprendistato all’estero. E a 200 mila insegnanti sarà assicurata la possibilità di continuare il proprio sviluppo professionale. Il tutto, con l’obiettivo – scrive la Commissione in una nota – di rendere i propri progetti in istruzione e formazione, più inclusivi e più capaci di affrontare la crescente complessità del panorama europeo. «Erasmus + – ha spiegato Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione, la Cultura, la Gioventù e lo Sport – offre opportunità incredibili per una vasta schiera di persone e di progetti che aiuteranno a creare aule più aperte, a sostenere la creatività dei giovani e aiutarli a costruire società più tolleranti». Promuovere l’inclusione sociale sarà anche uno dei temi affrontati dalla due giorni «Istruzione, Formazione e Forum della Gioventù» in programma a Bruxelles, un incontro annuale tra le istituzioni Ue e i rappresentanti delle politiche nazionali per condividere esperienze e scambio di buone pratiche.

L’Erasmus anche in azienda. Il boom dei tirocini: +11% ultima modifica: 2015-10-27T15:24:24+01:00 da
Gilda Venezia

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