di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 30.9.2016
– Avere in tasca un diploma o una laurea «tecnica» continua a rappresentare un passepartout importante per l’inserimento nel mercato del lavoro. Anche durante gli anni di crisi. Lo ha reso noto ieri l’Istat: a quattro anno dal titolo, conseguito nel 2011, e quindi in piena fase economica negativa, ha un impiego il 56,7% dei ragazzi usciti dagli istituti tecnici e il 62,6% di quelli che hanno concluso una scuola professionale. Buone performance occupazionali anche per i laureati a indirizzo «tecnico-scientifico», soprattutto medici, ingegneri e dell’area «Difesa e sicurezza».
Inserimento più difficile per psicologia e lettere
La conquista di un impiego si conferma più difficile per i diplomati dei licei (qui, di solito, si prosegue negli studi); e, in genere, per chi possiede una laurea di primo livello, specie nelle materie letterarie e geo-biologiche. Critica è anche la situazione per psicologi (lavora il 54,4%) e giuristi (l’occupazione è ferma al 67,6%). Fra i diplomati che lavorano, uno su quattro ha in mano un contratto a tempo indeterminato; la retribuzione media a 4 anni dal titolo scolastico è di circa 850 euro netti al mese (e quindi non sorprende che otto diplomati su 10 vivano ancora in famiglia).
Il Sud sempre in ritardo
Spostando poi lo sguardo nei territori, il Sud si conferma più indietro: i diplomati che hanno un impiego (sempre a 4 anni dalla maturità) sono il 37%. Nel Centro si sale al 42%, al in testa il Nord, dove lavora un diplomato su due.
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L’istruzione tecnica «passepartout» per il lavoro ultima modifica: 2016-09-30T06:33:08+02:00 daLa Tecnica della scuola, 13.5.2024. I programmi svolti devono essere firmati dagli studenti? Con l’avvicinarsi…
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