di Sergio Casprini, Andrea Ragazzini, Giorgio Ragazzini, Valerio Vagnoli, Il Gruppo di Firenze, 25.9.2019
(pubblicata sul “Corriere Fiorentino” del 26 settembre 2019)
È un’ottima cosa che nel mondo tanti ragazzi si mobilitino in difesa del loro futuro e cerchino di evidenziare la gravità del problema climatico e l’urgenza di prendere i provvedimenti necessari.
Nel riconoscere e apprezzare tutto questo, allo stesso tempo dobbiamo segnalarvi un grosso rischio: quello di svalutare la grande importanza della scuola, se considerate la partecipazione alle manifestazioni di mattina, cioè in orario scolastico, come l’unica o la più importante forma di impegno.
Anche per uno scopo nobile come questo, è sbagliato perdere ripetutamente ore di lezione (se ne perdono già molte per tante e non sempre valide ragioni). Il primo motivo è il mancato arricchimento culturale, cioè un danno alla capacità di comprendere il mondo e costruire il proprio futuro. A scuola è possibile approfondire anche i problemi del clima, invece di accontentarsi di informazioni superficiali raccolte spesso dai social network. Molti vostri compagni intervistati nelle manifestazioni della scorsa primavera ammettevano francamente la loro ignoranza in materia. Insomma, per uno studente la scuola dovrebbe essere anche il più importante luogo di impegno civile.
C’è poi da considerare lo spreco di risorse che la perdita di giorni scuola comporta e che rende contraddittorie le vostre frequenti e giuste richieste di più fondi per l’istruzione. Una scuola di medie dimensioni costa allo Stato 30.000 euro al giorno, mille scuole 30 milioni di euro.
È poi importante che le forme di lotta siano credibili al 100%. Si deve allontanare anche il solo sospetto che si eviti il pomeriggio per aumentare opportunisticamente la partecipazione.
È bene infine essere consapevoli che è una grande fortuna poter studiare; una possibilità che troppi bambini e ragazzi nel mondo non hanno ancora. Battetevi dunque per i vostri ideali continuando a frequentare tutti i giorni la scuola. In tanti apprezzeranno questa dimostrazione di maturità.
Aggiungiamo soltanto che come insegnanti e come cittadini avremmo preferito sentirvi rivolgere considerazioni come le nostre – ben più autorevolmente – dal Ministro dell’Istruzione, che vorremmo più attento nel valorizzare un’istituzione così fondamentale per il vostro e nostro futuro.
Sergio Casprini, Andrea Ragazzini, Giorgio Ragazzini, Valerio Vagnoli
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