Il Corriere della Sera 14.12.2018
– Più 135 euro netti e l’equiparazione attesa agli altri dirigenti per la parte fissa dello stipendio. Su valutazione e salute si tratta coi sindacati. La possibilità di rinuncia.
E’ stata firmata nella notte tra il 13 e il 14 dicembre la bozza del nuovo contratto dei dirigenti scolastici. In arrivo per i presidi un aumento mensile di 135 euro a partire dal gennaio scorso (2018) e la tanto attesa equiparazione della parte fissa dello stipendio ai dirigenti di settore. La firma arriva dopo quasi dieci anni di attesa e sei mesi di trattativa serrata. Soddisfatti i sindacati – a partire da Cisl e Cgl che sottoporrà l’accordo ad una consultazione – che ottengono tra l’altro che materie come la sicurezza e la valutazione. Tra le novità più significative anche la possibilità dei presidi di tornare alla loro funzione precedente entro i primi cinque anni di ruolo.
Resta in queste ore ancora l’incognita sui fondi per il nuovo contratto, di un comparto che lo aspetta da dieci anni, che vanno messi ancora a bilancio. Infatti, nella finanziaria dell’anno in corso, sono stati stanziati per aumentare i loro stipendi: 37 milioni di euro per il 2018; 41 milioni di euro per l’anno 2019 e 96 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020.
Con i dettagli si capirà come verrà recuperato il divario della parte fissa: il loro stipendio è in media inferiore di circa un terzo rispetto a quello degli altri dirigenti statali. La loro retribuzione è costituita da tre voci: retribuzione base – che è fissata a 43.310 euro all’anno – e altre due quote, una fissa che è di 3.500 euro all’anno (mentre per gli altri dirigenti del ministero è di 12 mila euro) e una parte variabile che dipende dai risultati (2-3 mila euro all’anno) e dalla complessità della scuola (10-15 mila euro all’anno). A queste voci si aggiungono per un quarto dei presidi le maggiorazioni di stipendio dovute a chi di loro prende in reggenza una scuola aggiuntiva senza preside. Il concorso per aumentare il numero dei dirigenti è in svolgimento e solo a settembre 2019, se tutto andrà bene e il ministro Bussetti manterrà la promessa di accorciare i tempi e la formazione, ci saranno 2524 nuovi colleghi: sufficienti a dare un po’ di ossigeno alle scuole ma un numero totalmente inadeguato per i prossimi anni. La principale richiesta dei sindacati per la contrattazione è quella di equiparare i presidi agli altri dirigenti e cioè aumentare la quota fissa annuale da 3.500 a 12 mila euro: «Tenuto conto dell’ingresso di nuovi presidi, ci sarà una riduzione di altre componenti del salario, per cui l’incremento finale a regime dovrebbe essere di 6.000 euro lordi l’anno, quindi di fatto circa 300 euro netti mensili in più», spiegano i sindacati.
Ecco nella tabella i dati della ricerca Ocse: per i presidi italiani la retribuzione media è di 72 mila euro, e questo spinge l’Italia nella parte alta della classifica, dietro a Lussemburgo, Inghilterra, Olanda, Austria, Belgio e Danimarca per restare nell’ambito dei Paesi europei. Discorso ben diverso per gli stipendi degli insegnanti
Ma come si collocano gli stipendi dei presidi italiani rispetto a quelli di loro colleghi stranieri? Nell’ultimo rapporto Education at Glance 2018, l’Ocse ha paragonato gli stipendi di insegnanti e presidi nei diversi Paesi. Il risultato italiano può apparire sorprendente. Parlando di stipendi medi della categoria i presidi risultano meglio pagati della media dei laureati, mentre gli insegnanti sono ben al di sotto degli altri laureati. Nel 2016 gli stipendi degli insegnanti variavano tra il 68% e il 72% delle retribuzioni medie degli adulti laureati (quindi circa il 30% in meno), mentre le retribuzioni dei presidi erano più alte del 44% rispetto alla media dei laureati.
I risultati e la differenza tra stipendi degli insegnanti e dei dirigenti scolastici sono rappresentati da questa tabella che mostra come l’Italia sia un Paese con una fortissima distanza tra gli stipendi e le carriere delle due principali figure professionali della scuola.
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Scuola, firmato il contratto dei presidi dopo dieci anni di attesa: in arrivo gli aumenti ultima modifica: 2018-12-14T08:59:17+01:00 daInformazione scuola, 28.4.2023. GPS 2024, come calcolare il servizio prestato e quindi il punteggio? La…
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