Next, 8.7.2018
– 35mila professori chiedono di lasciare la cattedra e andare in pensione: 10mila in più rispetto all’anno scorso, e in base ai calcoli sull’anzianità sarà così anche nei prossimi tre anni. Si tratta di molti docenti che erano stati bloccati dalla riforma Fornero, che oggi però hanno maturato i requisiti in tempo per lasciare durante questo anno scolastico. Ma c’è un intoppo: per le pratiche all’INPS si promettono tempi lunghi e il rischio è che le cattedre rimangano vuote all’inizio dell’anno scolastico. Vanno verso l’addio i docenti e il personale ATA della classe 1951, ovvero quella che secondo i requisiti richiesti nel 2018 raggiunge i 67 anni di età, a cui si aggiungono quelli che hanno 41 anni e dieci mesi di contributi.
Fino al 2017 era compito degli uffici scolastici regionali raccogliere le certificazioni e inviare tutto all’INPS per avviare la pratica di pensionamento: ora tocca invece tutto alla stessa INPS, e questo sta creando un ingorgo che è alla base dei ritardi che potrebbero riverberarsi a breve sull’apertura dell’anno scolastico. Lo stesso vale per il personale ATA che comunque va in pensione dal primo novembre. Il 12 luglio ci sarà un presidio sotto la sede dell’INPS a Roma organizzato dai sindacati.
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