Insegnanti

Scuola media: carne o pesce?

 Gilda degli insegnanti di Venezia, 20.3.2022.

Il Ministro Bianchi intende riformare la scuola media. Come? Appiattendo i percorsi disciplinari sul modello della scuola primaria. E’ proprio questa la via d’uscita?

Il ministro Bianchi in un’intervista rilasciata al Corriere della sera ha annunciato l’ennesima riforma della scuola italiana per eliminare la piaga più profonda: «Questa scuola media s’ha da cambiare».

Ancora una volta il ministro di turno che non proviene dal mondo della scuola si propone di cambiare l’assetto  degli ordinamenti scolastici.

Le ultime riforme

In effetti molte sono i lacci e i lacciuoli che frenano il lavoro di chi insegna nel più breve tra i percorsi di studio dell’obbligo scolastico.

Dopo le riforme delle ministre Letizia Moratti con la legge 28 marzo 2003, n. 53 e poi di Maria Stella Gelmini con il decreto legge 1 settembre 2008, n. 137 – che più che una riforma fu in realtà un decreto che tagliava in maniera drastica e indiscriminata le risorse per l’istruzione pubblica – la scuola media è andata in sofferenza. Sono state ridotte alcune ore curricolari: si pensi alle attuali 2 ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria, alla riduzione di un’ora di lettere poi maldestramente recuperata con la cosiddetta “decima ora”; sono state eliminate le compresenze che sicuramente rivestivano quel ruolo che ora Bianchi lamenta assente, è stata introdotta l’Educazione civica spalmata oggi su tutte le discipline. Sono stati progressivamente ridimensionati gli organici e le ore di sostegno che tanto servivano a quello che poi è diventato uno degli slogan degli ultimi dicasteri dell’istruzione, ossia a quell’inclusione che prima nel concreto funzionava bene .

Di fatto è stato smantellato l’ordinamento del tempo prolungato che costituiva uno dei percorsi strutturali del curricolo della scuola media.
E Bianchi sicuramente non sa che all’interno dell’orario delle compresenze del tempo prolungato esisteva in molte scuole medie anche un’ora di coordinamento che ora lamenta assente.

Ma non conoscere è indubbiamente una grave contraddizione per un Ministro dell’istruzione.

Non ultimo, è stato avviato quel percorso che in nome dell’ideologia dell’inclusione ha reso di fatto quasi impossibile qualsiasi forma di ripetenza.
Il tutto senza affrontare alcuni nodi cruciali tra i quali la funzione orientativa del precorso scolastico dei ragazzi, in cui il Consiglio di classe ha oggi un ruolo del tutto marginale rispetto alle scelte a volte incoerenti delle famiglie.

La riforma di Bianchi

La proposta di Bianchi? Curvare il percorso della scuola media sul modello della primaria per evitare che vi siano «troppe discipline scollegate tra loro» (?).

Come fare? Idea: con un «grande focus sui dirigenti scolastici che possono fare veramente la differenza».
Evviva! Finalmente una soluzione chiara, concreta e di sicuro risultato.

Ma il ministro non sa . . .

Bianchi però dimentica che già da anni la Primaria è andata nella direzione opposta a quella da lui ora auspicata con l’inserimento dei docenti specializzati in inglese e, dal prossimo anno, di Scienze motorie, nonché con l’insistente richiesta di introdurvi anche insegnanti di strumento (anticipata fin dai tempi del ministro Berlinguer).

Bianchi dimentica che la scuola media se vuole avere un proprio significato e contemporaneamente essere nodo di raccordo tra gli altri 2 ordini deve rimanere pluridisciplinare: non a caso sé stata chiamata dai suoi predecessori “secondaria” come le superiori, perché diversa ne è la funzione rispetto alla primaria.

Bianchi lamenta che oggi la scuola media non sia «né carne né pesce». Ma la soluzione prospettata dal Ministro comporta un pericoloso appiattimento verso il basso di questo segmento di istruzione che rischia di diventare una minestrina riscaldata.
Le differenze disciplinari servono, eccome, così come forse occorre ripristinare quelle piccole valutazioni di passaggio che aiutano i ragazzi a crescere. Lasciare che il primo esame della loro carriera scolastica arrivi a 14 anni è indubbiamente dannoso e antipedagogico.

Basta proclami improvvisati

Il ministro evidentemente dimostra di provenire un altro mondo, di conoscere solo in superficie il sistema scolastico italiano e probabilmente è mal consigliato da qualche pedagogo-funzionario ministeriale.
Cosa già vista con chi l’ha preceduto.

Ma, volente o nolente, dovrà prendere atto che non esistono solo la carne e il pesce: ci sono anche altri nutrimenti indispensabili a far crescere i nostri ragazzi, che se ben proposti formano i giovani, potenziano conoscenze e sviluppano interessi risultando anche squisiti.

E, caro Ministro, si trovano proprio all’interno delle tanto aborrite discipline.

 

 

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Scuola media: carne o pesce? ultima modifica: 2022-03-20T05:48:34+01:00 da
Gilda Venezia

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