Chiamata diretta, al colloquio un preside indaga sull’eventuale gravidanza della prof

Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola  11.8.2016

Il colloquio tenuto in questi giorni da alcuni dirigenti ai docenti, starebbe trasformando la chiamata diretta in una sorta di selezione aziendale.

Tali presidi sarebbero poco interessati a conoscere le competenze didattiche dei docenti e più a comprendere quali siano le loro scelte di vita personali. Come la gravidanza, l’intenzione di chiedere assegnazione provvisoria o la disponibilità che si vuole dare al lavoro rispetto alla vita privata.

A denunciarlo è il movimento Possibile, attraverso un comunicato “rovente” sottoscritto da Beatrice Brignone e Pippo Civati, che riporta una lettera aperta delle segreterie di Cisl e Uil Scuola delle Marche con la quale si riportano le testimonianze di giovani insegnanti, convocate dai dirigenti scolastici per la procedura di chiamata diretta.

Questo “colloquio – scrivono i parlamentari – si sarebbe svolto all’insegna di domande sui figli piccoli, sulla volontà di prendere un’aspettativa in caso di gravidanza o sulla richiesta di assegnazione per avvicinarsi a casa”.

Per Brignone e Civati, si tratta di “domande assolutamente inopportune e discriminatorie che mettono in evidenza ancora di più quanto la Buona scuola sia dannosa e arretrata. E’ chiaro che una risposta affermativa delle insegnanti su gravidanze o figli piccoli potrebbe incidere sulla scelta del dirigente. Ci troviamo in presenza di un arretramento in termini di diritti dei lavoratori che non ha precedenti e che fa emergere nel pubblico impiego pratiche che appartenevano finora solo ad ambiti strettamente privati”.

“Questo è il risultato – continuano – di chi concepisce la scuola pubblica come un’azienda e non come il luogo fondamentale della formazione e dell’educazione alla diversità e anche alla parità di genere (come recita in uno dei suoi punti anche il decreto sulla Buona Scuola). Chiediamo che la ministra Giannini verifichi immediatamente con tutti i mezzi in possesso del Ministero quanto denunciato dai sindacati. Le insegnanti indubbiamente non rischiano il posto, ma è intollerabile che debbano subire anche questa umiliazione, oltre agli innumerevoli disagi già in essere a causa dei trasferimenti”.

È auspicabile che la richiesta di Brignone e Civati abbia seguito: la chiamata diretta intesa nella Legge 107/2015 non è nemmeno lantana parente di situazioni di questa portata.

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