di
19.2.2024.Luca Ricolfi ha ragionato sul disagio dei giovani, evidenziando come a suo avviso sia conseguenza dell’aumento del benessere e della rimozione, sul loro percorso, di sfide e ostacoli
Il sociologo e politologo Luca Ricolfi ha pubblicato sulle pagine del Messaggero una riflessione sul disagio che i giovani sembrano provare in sempre maggior misura nella società contemporanea. Prendendo, infatti, “in considerazione il cinquantennio che va dal 1969 (anno dell’esame di maturità facilitato e della liberalizzazione degli accessi all’università) fino al 2019”, infatti, si è assistito “la instaurazione progressiva di condizioni materiali e immateriali sempre più agiate“, ma che sembrano aver avuto sui giovani l’effetto esattamente contrario.
Non a caso, infatti, sottolinea Luca Ricolfi “nel breve lasso di tempo che va dall’ultimo anno pre-Covid (2019) agli anni più recenti per cui si dispone di statistiche (2022 e 2023) si sono improvvisamente impennati sia i comportamenti autolesionistici o di ritiro sociale”. Una situazione, peraltro, collegata che emerge è che mentre il disagio giovanile veniva combattuto attivamente, “i convegni dei sociologi leggevano tutto” con quell’ottica, mentre ora che è nuovamente tangibile “i sociologi latitano, quasi avessero passato la palla a psichiatri, psicologi e pedagogisti”. Ne consegue, sottolinea Ricolfi, che il disagio dei giovani è la somma proprio del “cinquantennio felice 1969-2019”.
Il disagio dei giovani, analizza ancora Ricolfi, è sorto più forte di prima dopo “la rimozione sistematica e progressiva di ogni possibile ostacolo, nella famiglia, nella scuola e nella società, e la piena affermazione della cultura dei diritti, ovvero dell’attitudine a pretendere piuttosto che a conquistare”. I ragazzi, sottolinea il sociologo, non solo diventati “più fragili e impreparati ad affrontare difficoltà, sconfitte, sfide difficili”, ma sono anche “più insicuri, più suscettibili, più in competizione reciproca (anche grazie ai social), e in definitiva meno capaci di perseguire la felicità esistenziale”.
Secondo Ricolfi, il disagio dei giovani “fino allo scoppio del Covid è rimasto allo stato latente. Poi non più”, perché gli anni di pandemia sono stati, “non solo per i giovani, anni di ristrutturazione mentale, che hanno indotto a riflettere sulla propria esistenza, le proprie scelte, le proprie priorità”, ma quasi sempre esclusivamente dal punto di vista “degli adulti e del mercato del lavoro” e l’effetto sui più giovani è stato quello, conclude Ricolfi, di allargare “il fossato fra quel che si desidera e quel che si ha. Non tutti sono stati in grado di reggere lo scarto. I dati indicano che alcuni hanno reagito in modo auto-distruttivo, altri in modo aggressivo” e per gli adulti, forse, “è venuto il momento di farsi qualche domanda”.
Il disagio dei giovani è legato al troppo benessere ultima modifica: 2024-02-20T05:50:22+01:00 dadall'USR per il Veneto, aggiornato il 13.5.2024. Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio…
TuttoscuolaNews, n. 1125 del 13.5.2024. Valditara: non serve studiare i dinosauri. Cosa dovrebbe cambiare? Con…
di Andrea Ceriani, La Tecnica della scuola, 12.5.2024. Incontenibile, debordante, straripante appare (anzi è) questo…
di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 12.5.2024. Atteso un chiarimento del Ministro. Il comunicato…
La Tecnica della scuola, 12.5.2024. Durata, argomenti e come prepararsi alle prove del concorso. Concorso…
dal blog di Gianfranco Scialpi, 12.5.2024. Valditara e programma di storia. Prosegue il dibattito (unico)…
Leave a Comment