Redattore sociale, 17.6.2018
– L’analisi di Stefano Versari, dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, alla terza Conferenza per l’inclusione lavorativa delle persone disabili. “Grande attenzione sociale e investimento economico per la scuola che si riduce quando si affacciano al lavoro”.
Versari ha calcolato che si spendono circa 450 milioni di euro per l’inclusione scolastica, di cui 360 milioni il sostegno. “Un impegno che crolla una volta terminato il percorso scolastico – ha proseguito – Finiti gli studi, questi ragazzi scompaiono, spesso sono confinati a casa con ridotte opportunità di inserimento sociale”. Basta pensare che solo il 10% dei ragazzi con sindrome dello spettro autistico con più di 20 anni lavora cos’ come il 31,4% di quelli con sindrome di Down over24. “Per l’85% delle persone con disabilità, la fonte di reddito principale è la pensione”.
Come intervenire? “Dato che l’investimento per il percorso scolastico è alto, possiamo pensare a come preparare questi ragazzi per il lavoro – ha spiegato Versari – Ad esempio con i test utilizzati dai docenti dei Centri territoriali di supporto per capire quali competenze o abilità di vita possono sviluppare gli studenti con autismo o ritardo mentale”. Altra grande opportunità, secondo
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