di Paolo Ceccarelli, Il Corriere della Sera 12.10.2018
– Il ministro all’Istruzione Marco Bussetti risponde all’appello dei docenti del Sassetti-Peruzzi di Firenze dopo le ore dimezzate. E sui prof mancanti annuncia: concorsi mirati
I prof forse resteranno delusi. In particolare quelli dell’Istituto «Sassetti-Peruzzi» di Firenze che hanno lanciato l’appello per salvare le ore di storia nei Professionali, dimezzate (da due a una) con l’inizio di questo anno scolastico. Resteranno delusi perché il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti non promette di ripristinare l’ora scomparsa. «La storia è una disciplina trasversale: il docente di Italiano e storia, che è lo stesso, potrà decidere di dosare autonomamente il numero di ore da dedicare a queste discipline», dice il ministro al Corriere Fiorentino. E sui 3 mila professori che secondo i sindacati mancano in Toscana, Bussetti risponde così: «La mancanza di alcuni docenti è fisiologica. Ma nessuna cattedra rimarrà vacante: arriveranno i supplenti»
Per poter insegnare una materia — non solo storia — servono prima di tutto i professori. In Toscana, all’inizio dell’anno scolastico, mancano circa 3 mila insegnanti. Come si affronta la situazione nell’immediato?
«La mancanza di alcuni docenti è fisiologica. Ma nessuna cattedra rimarrà vacante: come ogni anno i posti vuoti verranno coperti con supplenti. È evidente però che quando rimangono scoperte specifiche discipline vuol dire che ci si trova di fronte a una criticità strutturale e che vanno ripensati i meccanismi di reclutamento in maniera complessiva. Dobbiamo sapere con certezza quali sono le necessità delle scuole e bandire concorsi sulla base di quelle».
Il direttore dell’ufficio scolastico toscano ha spiegato: «Abbiamo assunto quasi duemila insegnanti, ma poi non c’era più nessuno in graduatoria: ora bisogna rifare i concorsi». Quando si faranno i concorsi? E saranno su base regionale o nazionale?
«I concorsi saranno sulla base dei posti effettivamente vacanti e disponibili e sarebbe auspicabile un vincolo di mandato pluriennale nella regione prescelta per garantire continuità didattica agli alunni. Indiremo al più presto un concorso per giovani laureati, che risponda a questi criteri. E ne faremo seguire altri, periodicamente. Sempre guardando agli effettivi bisogni del sistema di istruzione. Non abbiamo bisogno di costruire sacche di precariato, ma di sostenere i nostri istituti e assicurare una formazione di qualità ai nostri ragazzi».
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