di Cosimo De Nitto, Pensare la scuola 22.5.2015
Com’è che il legislatore, dopo aver parlato e scritto sempre e semplicemente “organico” dei Comuni, Province, Regioni, Università ecc ecc, improvvisamente, e rispetto solo ed unicamente alla scuola, sente il bisogno di usare la specificazione “dell’autonomia”?
Perché un governo come questo che della semplificazione, dell’essenzializzazione, della praticità e pragmaticità, del risparmio delle parole si è fatta una filosofia, nel nostra caso invece abbonda pleonasticamente aggiungendo sempre e ovunque una specificazione inutile dal punto di vista del senso, una specificazione che non aggiunge niente alla parola “organico” che già non si sapesse, visto che si parla di organico della scuola e che la scuola è autonoma ai sensi della legge n. 59/1997?
Se si trattasse solo di ridondanza e pleonasmo sarebbe solo un rilievo prevalentemente formale, si tratterebbe di una scrittura brutta perché inutilmente ripetitiva e insensata rispetto al significato. Ci deve essere necessariamente dell’altro che non sia il pessimo italiano in cui si scrivono tante volte le leggi.
L’altro sembra il fatto che tutto il ddl è costruito sull’asse di senso politico e giuridico per cui la “autonomia” viene ritenuta sinonimo di “dirigenza”. Il dirigente “è” l’autonomia (e viceversa), è sua incarnazione, sua dimensione operativa concreta, sua possibilità e sostanza giuridica, suo appannaggio esclusivo, suo orizzonte di senso (non si sa perché poi questa personalizzazione, questa individualizzazione nella figura del dirigente come unica persona, perché autonomo non possa essere un team, un organo collegiale. Non si sa perché a questi non possa essere riconosciuta e affidata la “responsabilità” boh!?).
Allora, se questo è, se autonomia vuol dire dirigente e viceversa, dire “organico dell’autonomia” è come dire “organico del dirigente”. E in effetti se si vanno a vedere i poteri (competenze) che il ddl assegna al dirigente rispetto all’organico sarebbe stato più onesto e chiaro scrivere, anziché “organico dell’autonomia”, “organico del dirigente”.
Potrebbe essere un emendamento da proporre al Senato per la trasparenza e l’onestà politica e intellettuale, contro l’ambiguità e la fumosità del linguaggio giuridico e politico del paese degli Azzeccagarbugli vecchi e nuovi.
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