di Pasquale Almirante, La Sicilia 12.4.2015
È in discussione alla Camera il ruolo dei nuovi presidi nella scuola progettata dal governo Renzi ed è l’argomento che sta suscitando il più ampio dibattito. Se infatti da una parte si amplia il loro potere decisionale, dall’altro preoccupa la discrezionalità che hanno nella composizione del corpo docenti. L’idea è di farne dei “leader educativi” con la facoltà di scegliere tre docenti del loro istituto per comporre il “team dirigenziale” con la facoltà di attingere personale da un albo regionale, e che al termine della durata del mandato di tre anni potranno confermare il docente oppure rimetterlo a disposizione nell’albo. Si potrebbe quindi assistere alla nascita di una scuola dove i dirigenti saranno anche dei “selezionatori”.
Ma “da grandi poteri derivano anche grandi responsabilità” per cui sembra che i presidi saranno sottoposti ad una valutazione, cosa che però non piace alle associazioni dei dirigenti scolastici. In trincea rimane il sindacato Flc-Cgil che giudica tutto il provvedimento autoritario. Mimmo Pantaleo, il segretario Flc-Cgil, tuona contro tutto l’impianto del disegno di legge su “la buona scuola”, perché riduce i diritti, mortifica la partecipazione e anni democrazia, condiziona la libertà d’insegnamento, interviene su materie contrattuali. E inoltre molte sarebbero le deleghe in bianco che il governo si assume, mentre sulle competenze del dirigente scolastico, «riteniamo inaccettabili i poteri di scelta dei docenti, l’attribuzione unilaterale del beneficio economico ai meritevoli senza alcun riferimento alla contrattazione». Sottolinea Pantaleo che il Consiglio d’istituto e il collegio dei docenti non sono più gli organismi deliberanti in materia di Pof, cosicché le regole e la trasparenza, «conquistate in anni e anni di contrattazione integrativa sulla mobilità territoriale e professionale, vengono vanificate». Si configurerebbero, secondo la Flc-Cgil, elementi di incostituzionalità mentre la valorizzazione della dirigenza scolastica «deve essere rafforzata nelle sue funzioni di garanzia, promozione e coordinamento della didattica e dello sviluppo dell’autonomia per il miglioramento della scuola pubblica».
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