Il Personale. Il sistema consentirà alla scuola (attraverso il suo dirigente) di assumere dagli albi territoriali delle persone. Ipotizziamo che queste nuove assunzioni siano 10 per l’Asl. I nuovi assunti si sommeranno ai posti, detti, comuni nel ddl (cioè quelli degli attuali titolari over cinquanta). Ricordiamo che circa l’80% degli attuali insegnanti ha un’età superiore ai 55 anni (Istat, 2015). In seguito si procederà alla graduatoria di merito. Se dovesse accadere (come presumibile) che in questa graduatoria di merito i dieci nuovi assunti conquistassero le posizioni più alte, conseguirebbe che 10 docenti titolari ultracinquantenni perderebbero la loro titolarità. Non perderebbero il posto, ma perderebbero la titolarità, cioè sarebbero costretti a cambiare scuola.
Il Piano Triennale. Sui contenuti non c’è alcuna certezza, se non quella che prolifereranno sempre di più. Dalla Moratti in poi, ogni governo ha tagliato sul personale ore di lezione riducendo le 36 ore settimanali a 32 per tecnici e professionali e a 30 per i licei (sul triennio). Il ddl introduce una infinità di contenuti trascurati dalle riforme del passato: l’arte, la musica, la legalità. Ora, le scuole, a modo loro, hanno sempre svolto attività di questo tipo. Cosa cambia, allora? Che le nuove attività devono essere inserite in un piano didattico da svolgere con nuovo personale: musicisti, pittori, esperti di lingua ? E quando? Durante o dopo le 32 ore? Si vuole una maggiore permanenza dei ragazzi, sfiancati dall’ordinario, nelle strutture scolastiche notoriamente fatiscenti? Con quale vantaggio? Si potrebbe pensare di risolvere questo problema, riducendo la cattedra obbligatoria ad alcune trame disciplinari essenziali. In questo modo un docente con 600 ore annue circa a disposizione potrebbe utilizzarne 200 per le trame disciplinari (con unità orarie di non oltre 50 minuti e sabato chiuso), lasciando 400 ore all’autonomia della scuola. E questo avrebbe comunque uno scoglio difficile da superare (variando, da scuola a scuola, la gestione delle 400 ore): l’esame di stato. Che andrebbe rivoluzionato.
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