Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola 8.11.2015.
Un giovane italiano tra i 25 e i 34 anni su due vive ancora con mamma e papà, a fronte di appena il 3% dei coetanei danesi, l’11,2% dei francesi e il 29,2% della media Ue.
Se poi si allarga la fascia di età tra i 18 e i 34 anni, la percentuale si eleva ulteriormente: in questo range è il 66% dei giovani italiani vive a casa con i genitori. Che corrisponde a quasi 20 punti in più rispetto alla media dei 28 paesi Ue (48,4%), la più alta dopo la Croazia. La fotografia è stata tracciata da Eurostat e si riferisce al 2014.
Scorrendo lo studio Eurostat, si scopre che l’andamento di giovani che non riescono a staccarsi dalle famiglie è in perenne crescita: tra il 2007 e il 2014, la percentuale di maggiorenni under 35 rimasti a casa con i genitori è infatti cresciuta di cinque punti passando dal 60,7% al 65,8%, una crescita superiore a quella dell’euro area (dal 46,9% al 49%). E non va dappertutto in questa direzione. Perché nello stesso periodo la percentuale è scesa nel Regno Unito dal 38,5% al 33,7%.
Scorrendo i dati Istat, il quadro è confermato: nel 2014 vivevano in famiglia 6,8 milioni di persone tra i 18 e i 35 anni (quasi tre milioni con più di 25 anni e tra questi oltre un milione di over 30). La percentuale dei ”mammoni” è particolarmente elevata in Italia rispetto al resto dell’Europa soprattutto tra i 25 e i 34 anni ovvero nella fascia di età nella quale si dovrebbe, finiti gli studi, cominciare a lavorare e costruire la propria famiglia.
Inoltre, tra i giovani nella fascia tra i 25 e i 34 anni che vivono ancora a casa con i genitori in Italia il 44,2% lavora a tempo pieno (il 54,8% nell’Ue a 28 tra chi vive con i genitori), una percentuale in calo di quasi dieci punti (era il 53,9%) rispetto al 2008. Il 18,3% si dichiara studente (a fronte dell’10,6% dei giovani a casa nell’Ue a 28) mentre il 20,6% si dichiara disoccupato (il 7,6% lavora part time e il 6,8% si dice inattivo).