di Azzurra Petrungaro, Mediapolitika, 8.8.2016
– Non c’è pace per i docenti italiani. Agosto non è più sinonimo di ferie per molti, da molto tempo e nonostante le temperature elevatissime i precari italiani scendono in piazza per protestare contro i trasferimenti della Buona scuola.
A Napoli, in Piazza Plebiscito, lo scorso giovedì è intervenuta addirittura la polizia e molti manifestanti raccontano di un clima piuttosto teso: “La polizia a un certo punto ha indossato i caschi, come in assetto antisommosa, e ci ha messo le mani addosso”. A scendere in piazza sono circa trecento e parlano di “deportazione”, nonostante il punteggio molto alto che garantisce loro una posizione vantaggiosa in graduatoria, sono stati destinati in alta Italia. Docenti con dieci, quindici anni di esperienza.
Un’insegnante, Adriana Monforte, cade e sviene per i 30 gradi che impietosi arroventano la piazza: “Un poliziotto o un carabiniere mi ha spinto e mi ha fatto cadere, intendo denunciarlo: siamo lavoratori come loro e io sono qui a manifestare perché ho 23 anni di docenza alle spalle, all’età di 53 anni Renzi mi ha fatto trasferire prima ad Alessandria e poi in Emilia e Romagna nonostante abbia un punteggio in graduatoria di 84, che è molto alto”.
Spostandosi più a sud la situazione non cambia, peggiora. Mercoledì 3 agosto sono stati pubblicati i trasferimenti della scuola media, con numerosi errori, stando alle valutazioni riportate dai docenti interessati. Luigi Del Prete dell’Usb dichiara: “É inspiegabile che colleghi con 20-16-9-6 punti siano stati assegnati al primo ambito scelto e colleghi con 40 punti al decimo o al trentesimo o al cinquantesimo ambito. Il sistema – aggiunge – è pieno di falle e il ministero non vuole procedere all’annullamento dei trasferimenti, correggere il sistema e ripubblicare il tutto. Fermare tutto e correggere prima della pubblicazione dei movimenti per la scuola secondaria di II Grado, dove ci aspettiamo, ormai, una simile mole di strafalcioni che ledono ogni diritto del lavoratore e della persona”. La protesta non si fa attendere e mentre giovedì a Napoli i docenti occupano Piazza Plebiscito, i colleghi siciliani si radunano aPalermo in via San Lorenzo, dove è ubicato l’ex provveditorato agli studi (ora Ambito territoriale di Palermo).
Ma i malumori sulla questione scuola non si esauriscono con la faccenda delle assegnazioni di cattedra. I dati provvisori sul “concorsone”, emanati dagli Uffici scolastici regionali attestano chemetà dei candidati non ha, di fatto, superato la selezione. Si attendono le cifre definitive di settembre, ma tanto è bastato ad accendere una dura polemica.
Alcuni dati: Lombardia, laboratorio di Scienze e Tecnologie chimiche: 68 candidati, solo 7 ammessi alla prova orale. Lettere, medie e superiori: 1.894 presentati, 572 promossi. Liguria, cattedra di Lingue e Culture straniere per le medie: 98 allo scritto, solo 27 andranno all’orale, con voti bassi. Emilia Romagna, su 37 candidati per i laboratori di scienze e tecnologie meccaniche, 16 sono stati ammessi alla prova orale. Tredici su 29 in Toscana, per le scienze. Undici su 22 in Campania per l’italiano. In Puglia, Filosofia e Scienze umane, 10 passati su 27 e 68 su 288 in Lingue. Sul sostegno, in Piemonte 130 hanno superato lo scritto (su 333). Filosofia e Scienze umane in Calabria si è chiusa con nessun promosso su 23. Sempre in Calabria, ecatombe nelle discipline letterarie: 95 su 320. In Sicilia, si concentra il 70 per cento dei bocciati: le due domande in lingua straniera hanno provocato la disfatta dei candidati, come ha rivelato l’Ufficio scolastico. Quanto alla Sardegna, per il sostegno di primo grado, tra i quattro candidati che si sono presentati, solo uno ha passato la selezione.
Tra le parti è scontro per ricercare le motivazioni dell’alto numero di bocciati e impreparati, il Gruppo Mida precari sostiene: “Selezione durissima perché allo Stato conviene tenerci precari”.
Prese di mira anche le commissioni esaminatrici, ritenute troppo severe o inadeguate, guidate da docenti universitari, o a insegnanti con meno di cinque anni di servizio o ancora a pensionati.
I dirigenti del Miur stanno sollevando una terza ipotesi: alcuni presidenti di commissione, non in accordo alla Buona scuola avrebbero utilizzato il sistema delle numerose bocciature per farentrare in crisi il meccanismo. Volontarietà o meno, il sistema è effettivamente in condizioni critiche. Basti pensare al numero di domande di partecipazione, 165.578, per 63.712 posti messi a bando. Uno su tre.
Ma stando ai numeri riportati, in molte regioni, ci sono meno docenti rispetto ai posti disponibili. Come il caso Calabria: 346 cattedre per i 95 ammessi all’orale in Lettere. La soluzione per non lasciare cattedre vuote sarà sempre la stessa: le supplenze. Alla faccia del decreto che avrebbe messo fine al precariato.
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Buona scuola e concorsone: le falle di un sistema già in crisi ultima modifica: 2016-08-08T06:54:27+02:00 da