Scuola, sui concorsi è rottura tra sindacati e Miur: “Mobilitazione”

di Ilaria Venturi, la Repubblica Scuola,  30.1.2020

– Dopo due giorni di confronto le maggiori sigle non hanno approvato il piano del ministero su reclutamento e abilitazioni e minacciano proteste. La replica: “Stupiti di questa reazione a fronte di un governo che sta per assumere quasi 70mila docenti”.

La luna di miele è finita. Con la neo ministra Lucia Azzolina è rottura. “L’atteggiamento del Miur rispetto alle nostre proposte è stato di totale chiusura” alzano la voce i maggiori sindacati della scuola su un punto delicatissimo e il più atteso: i concorsi per gli insegnanti. E dunque sarà mobilitazione.

La pubblicazione dei bandi per il concorso straordinario e quelli ordinari era prevista entro i primi giorni di febbraio secondo il verbale di conciliazione redatto tra Cgil, Cisl, Uil, Gilda e lo Snals con l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Un’intesa saltata con la neo ministra Lucia Azzolina questa sera. Il Miur dovrà procedere da solo. Ma i sindacati già minacciano: “Pronti ai ricorsi”. E a rischio è l’avvio dell’anno scolastico a settembre con i docenti di ruolo in cattedra. Lo scorso anno la “supplentite” aveva toccato la cifra di 185 mila insegnanti precari.

Dopo due giorni di confronto con il ministero, i sindacati si dicono “del tutto insoddisfatti” per l’esito, parlano di “totale indisponibilità” rispetto alle loro richieste in merito a reclutamento e abilitazioni, ed evidenziano che “le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione vengono oggi definitivamente a cadere”. Di qui la convocazione d’urgenza delle segreterie unitarie per “assumere le decisioni conseguenti”.

La ministra, esponente del M5S come il suo predecessore, ha tenuto la linea: il rispetto del mandato parlamentare in merito al decreto 126/2019 per la riduzione del precariato del personale scolastico convertito in legge a fine dicembre. Una posizione che rispecchia quella dei pentastellati da sempre, ovvero prove selettive, scelte basate sul merito e non sanatorie. Anche se si tratta di docenti che già insegnano, con esperienza.

La replica è immediata, dal Miur fanno sapere: “Desta stupore la posizione espressa dalle organizzazioni sindacali al termine del tavolo tecnico, a fronte di un governo che sta per assumere quasi 70mila docenti attraverso i vari bandi di concorso in preparazione. Bandi che devono partire subito per consentire le immissioni in ruolo. I sindacati decidono per la rottura, nonostante un tentativo di trattativa e l’accoglimento di metà delle questioni portate al tavolo odierno”.

Tra i punti di rottura, c’è l’assenza – nelle preselezioni “salva-precari” – di una banca dati sui testi che potrebbero uscire alla prova, ovvero la prepubblicazione dei quesiti oggetto dello scritto. Una modalità non nuova, ma rifiutata dal Miur per il concorso straordinario, invece prevista per quello ordinario. “Trattasi di prova scritta selettiva – si legge nel verbale del Miur – volta ad accertare il possesso da parte dei candidati di specifiche competeze”.

E poi la prova scritta è stabilita con 80 quesiti a cui rispondere in 80 minuti di tempo: troppo, secondo i sindacati, e non è bastato scendere a 70 domande. Infine, contestano i sindacati, non parte la procedura ai soli fini abilitanti prevista dal decreto.

Tra le istanze dei sindacati anche quella di esprimere in maniera chiara che gli specializzati o specializzandi sul sostegno possono partecipare al concorso straordinario anche se insegnano in un ordine di scuola diverso dalla secondaria. “Non possono” replica il Miur.

E ancora: far pesare lo scritto al massimo sino a 30 punti e la valutazione dei titoli sino a 70, con l’attribuzione di 5 punti per ogni anno di servizio. Su questo punto il Miur invece ribadisce la scelta di assegnare alla prova selettiva l’80% del punteggio.

Così come il Miur ha bocciato le richieste sui concorsi ordinari per la secondaria, la primaria e l’infanzia. I sindacati chiedevano di eliminare la prova preselettiva, o di “definire il voto minimo per il superamento dell’eventuale prova preselettiva per garantire omogeneità su tutto il territorio nazionale”; prevedere per tutte le discipline (classi di concorso) lo stesso numero di quesiti per la prova destinata agli aspiranti docenti della secondaria.

Il percorso era partito da lontano, le intese sono state più di una a partire da quella del 24 aprile scorso a Palazzo Chigi. L’accordo arrivò nella notte con il premier Giuseppe Conte, allora alla guida del governo giallo-verde, e l’ex ministro Marco Bussetti. Lo sciopero annunciato fu scongiurato.

“Successivamente ci sono state intese con i ministri dell’Istruzione, riassunte nei verbali di conciliazione del dicembre scorso”, ricordano Francesco Sinopoli (Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Pino Turi (Uil), Rino Di Meglio, coordinatore della Federazione Gilda-Unams, ed Elvira Serafini (Snals). Ma niente da fare. “L’amministrazione ha risposto con una chiusura totale su tutte le principali questioni politiche che abbiamo sollevato, naviga a vista, non ha mostrato nessun interesse a individuare soluzioni: a questo punto si fa sempre più concreto un ritorno alla mobilitazione”.

Con i nuovi concorsi si calcola ci saranno quasi 50 mila assunzioni nella scuola secondaria. Tra queste, circa 24mila posti sono a disposizione con un concorso straordinario per sanare la piaga del precariato. Il bando è aperto a chi ha almeno 36 mesi di servizio (a partire dall’anno scolastico 2008/2009).

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