Assunzioni: i posti ci sono, ma molti precari preferiscono optare per le supplenze

Per ora non si intravedono soluzioni.

Gilda Venezia

Le convocazioni per le assunzioni in ruolo non stanno andando esattamente come al ministero speravano: le rinunce, soprattutto in alcune province del nord, sono ormai all’ordine del giorno; molti precari preferiscono infatti optare per un incarico a tempo determinato ma nella propria regione.
E’ molto probabile che questo “trend” continui anche nelle prossime settimane con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.
D’altronde non da oggi i posti che restano vacanti al termine delle convocazioni si contano nell’ordine delle decine di migliaia.
A leggere le cronache sembra che una delle ragioni di questa situazione sia legata ai costi molto elevati che i docenti fuori sede devono sostenere.

Qualche settimana fa il ministro aveva annunciato di voler stringere accordi con le regioni per mettere a disposizione dei docenti fuori sede alloggi a prezzi calmierati, ma per il momento non si è visto nulla in questa direzione.
C’è chi parla di “bonus” da riconoscere a chi lavora fuori dalla propria regione, ma non è per nulla chiaro come questo potrebbe realizzarsi.
La soluzione apparentemente più semplice sembrerebbe quella di prevedere vere e proprie indennità aggiuntive allo stipendio base legate al costo della vita registrato a livello regionale.
Ma, un’ipotesi del genere viene vista dai sindacati come una forma di reintroduzione delle cosiddette “gabbie salariali”.
I sindacati della scuola, al contrario, sostengono che il problema è che gli stipendi del comparto sono bassi, indipendentemente dalla città o dalla regione in cui si lavora.
Il problema è che un aumento significativo degli stipendi della scuola potrebbe provocare una vera e propria “rincorsa salariale” da parte del restante pubblico impiego, rincorsa che potrebbe significare una maggiore spesa di 12-15 miliardi all’anno che le finanze pubbliche non sarebbero in grado di sostenere.

La soluzione insomma appare per il momento non solo difficile, ma addirittura impossibile.
La situazione, forse, non è ancora arrivata ad un punto di rottura definitivo e quindi nessuno, per il momento, sembra avere l’interesse (o il coraggio) di “fare la prima mossa”.
E’ molto probabile, quindi che bisognerà aspettare ancora qualche tempo per “costringere” politica e sindacati a individuare qualche soluzione almeno parziale ad un problema che sta diventando sempre più drammatico.

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Assunzioni: i posti ci sono, ma molti precari preferiscono optare per le supplenze ultima modifica: 2023-08-19T03:38:52+02:00 da
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