Bonus di 100 euro a chi ha la media del 9

Per la Cgil vince la linea Meloni-Valditara. Il preside nega: lo faccio da anni

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Continua a far discutere la decisione presa dal Consiglio d’Istituto della scuola statale superiore “Scalcerle” di Padova di premiare con un bonus di 100 euro gli studenti che hanno ottenuto almeno la media del 9 in pagella.

Studenti e sindacati: i problemi sono altri

La Rete degli Studenti medi ha condannato l’iniziativa perché “consegna agli studenti” solo l’obiettivo di “avere ansia e valutare” e valuta la scuola “esclusivamente come una corsa dove chi meno ottiene meno vale”, definendola quindi “una dinamica tossica, pericolosa”.

Anche la Cgil del Veneto ha detto di non essere d’accordo, interpretando la decisione come “figlia” della politica scolastica del governo Meloni, quindi anche del ministro dell’Istruzione e del Merito, che intendono “riconoscere a lavoratrici e lavoratori del comparto una serie di bonus premiali, senza mai intervenire in maniera seria sugli adeguamenti salariali e sulle condizioni lavorative”.

La difesa del preside: iniziativa avviata da anni

Giuseppe Sozzo, dirigente scolastico dell’istituto superiore “Scalcerle” di Padova, invece respinge al mittente le accuse, perché, riportano i giornali locali, “questo è il secondo anno che portiamo avanti questa attività allo Scalcerle ma già a Vicenza, dove sono stato dirigente scolastico per nove anni, l’avevo attuata con grande successo. E non avevo mai avuto voce di alcuna polemica”, sottolinea il preside, escludendo quindi qualsiasi collegamento dell’iniziativa con l’insediamento, avvenuto solo alcuni mesi fa, del Governo a guida Giorgia Meloni.

I numeri del bunus da 100 euro

Nel frattempo, sono stati resi pubblici i dati degli studenti che beneficeranno dei 100 euro di bonus: sono 56 i vincitori, circa il 3% dei 1.600 studenti iscritti all’istituto scolastico superiore veneto.

I fondi, quindi in totale 5.600 euro, saranno estrapolati dal bilancio della scuola: una decisione, come dicevamo, che ha avuto l’avallo del Consiglio d’Istituto e quindi esaminata (probabilmente anche votata favorevolmente) da studenti e genitori componenti dello stesso organo collegiale.


Un alunno che lo ha ricevuto: “Premio a chi lavora bene e prova che ognuno può farcela”

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Sta facendo discutere, e non poco, la questione relativa al bonus di 100 euro istituito da una scuola di Padova, l’istituto Scalcerle, rivolto agli studenti che riportano una media dei voti non inferiore a quella del 9. Tra entusiasti e detrattori a parlare è stato uno degli alunni che lo ha ricevuto, intervistato da Il Corriere della Sera.

“Evento che aspettiamo con trepidazione”

Si tratta di Lorenzo Calcarella, 19 anni, al quinto anno dell’indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie e rappresentante d’istituto, uno dei 56 premiati durante la “Serata delle Eccellenze” organizzata dalla scuola qualche giorno fa. A chi dice che si tratta di un sistema troppo competitivo e asfissiante, il ragazzo ha risposto che questa non è la percezione generale degli studenti: “È un evento che aspettiamo con trepidazione. Insegnanti, ragazzi e genitori si ritrovano divertendosi e celebrando le eccellenze scolastiche. La premiazione dei ‘migliori’ ha così una doppia valenza: è un modo per dare un riconoscimento a chi ha lavorato bene e, al contempo, dà prova che chiunque può farcela”, ha detto, lodando l’iniziativa.

Il giovane ha negato l’esistenza di un clima competitivo nella scuola: “Allo Scalcerle non esiste alcuna situazione di questo tipo. Al contrario, gli insegnanti sostengono tutti allo stesso modo. Certo, può capitare che, per alcuni, qualche materia metta più soggezione ma per gli studenti che hanno più difficoltà, è in corso il progetto ‘Compitiamo’: chi è più bravo e ha del tempo da mettere a disposizione, si rende disponibile per aiutare gli altri compagni a superare i propri scogli, come è normale che sia. C’è il massimo sostegno tra noi ragazzi in questo senso. Altri sono invece i contesti sociali o relazionali in cui si fa sentire l’ansia, soprattutto dopo la pandemia: anche per questo la scuola ha aumentato il monte ore degli psicologi a servizio dei ragazzi”.

Ecco alcune parole riguardo la propria situazione personale: “Provengo da una famiglia che considero normale: non sono costretto a studiare o eccellere, ma vengo sempre sostenuto nelle mie scelte e passioni. Ciò che faccio, gli obiettivi che raggiungo, io come gli altri miei compagni, lo faccio per me stesso e per il mio futuro; perciò, se raggiungo un obiettivo e vengono premiato il merito è il mio”, ha detto il ragazzo.

“Lo Scalcerle, poi, è un contesto che ci dà tutti gli strumenti ed i mezzi per agevolarci nello studio e chi sa coglierli è giusto che venga premiato. I cento euro che verranno erogati ai meritevoli di certo non ci cambieranno la vita e neppure ci ripagheranno delle ore di studio alle quali ci sottoponiamo volontariamente. Se consideriamo invece la relazione tra reddito e possibilità di studio, ad oggi esistono tantissime agevolazioni che stanziano soldi per i ragazzi dotati ma che per contesto familiare o sociale non riescono ad emergere”, ha aggiunto.

Ecco cosa farà il 19enne con i soldi che ha ricevuto in premio: “Quelli dello scorso anno li ho messi da parte, non si sa mai cosa può succedere. Probabilmente anche quelli di quest’anno avranno lo stesso destino, ma se dovessi pensar di spenderli li investirei comunque in libri o abbonamenti, qualcosa di pratico che mi serva per il mio percorso di studi. Non amo acquistare cose futili”, ha concluso.

La Rete degli Studenti Medi: “Ennesimo obiettivo per cui avere ansia”

Si tratta di un incentivo economico – ha detto qualche giorno fa polemica la Rete degli Studenti Medi – che, agli occhi di chi ha scelto di istituirlo dovrebbe incentivare i giovani ad un maggior impegno in materia scolastica e dunque favorire l’apprendimento, ma, nella pratica, consegna agli studenti esclusivamente un altro obiettivo per cui avere ansia e valutare uno dei percorsi più importanti nelle vite di ognuno di noi, la scuola, esclusivamente come una corsa dove chi meno ottiene meno vale. È’ una dinamica tossica, pericolosa”.

“È la scuola del Merito di Valditara. Quella del chi prima arriva, meglio alloggia. Ma gli studenti non sono d’accordo: l’obiettivo della Scuola Pubblica dovrebbe essere quello di pensare a chi rimane indietro, di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare ed osannare chi eccelle”.

E la Rete degli Studenti Medi ha promesso che “l’impegno continuerà affinché scuole siano luoghi di apprendimento accessibili a tutti, a prescindere dal capitale economico e culturale di cui dispongono. Scuole che siano veri ascensori sociali, che diano a tutta la comunità studentesca gli strumenti per potersi realizzare, che incoraggino la collaborazione piuttosto che la sfrenata competizione. Scuole di tutti, non scuole dei soli ‘meritevoli”.


Bonus a chi ha voti alti: facile insegnare ai bravi e premiarli. Difficile tutto il resto, che è il cuore primo della scuola

di Gianni Zen

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Giusto premiare con soldi gli studenti con la media più alta? Il loro premio, se così posso chiamarlo, non è già tutto nella valutazione? E non si rischia di mercificare il cammino formativo? E a scuola, ancora, non insistiamo anzitutto sul valore del percorso culturale ed educativo, e non sui momentanei risultati, ridotti a performance competitiva?

Sono alcune delle domande che stanno accompagnando la lettura di quanto sta avvenendo nell’istituto Scarcerle di Padova. I premi previsti sono presto detti: cento euro a chi raggiunge la media del nove e posti riservati nei progetti Erasmus, cioè nei viaggi studio all’estero.

Il motivo sarebbe dare peso all’impegno, come se un risultato a scuola fosse solo espressione dello sforzo personale, e non, prima ancora, di un contesto anzitutto famigliare di sostegno e stimolo continuo alla formazione individuale.

A prima vista, per alcuni, una iniziativa ovvia e giusta. Mentre, per altri, introdurrebbe un vulnus che è lontano dal compito primo della scuola, che è riassunto, nella logica della valutazione e delle indagini Invalsi, nel concetto di “valore aggiunto”, non nella assolutizzazione di una performance. La quale rimanda ad un contesto di tipo competitivo, economico, non cooperativo, come è invece la natura della scuola.Valore, questo, tante volte ripreso durante la stagione della DAD, cioè della didattica a distanza, o, più tardi, della didattica integrata.

E’ un vulnus che ritroviamo nella titolazione stessa del ministero dell’istruzione, col rimando al concetto di merito, come se fosse un dato prestazionale, come è ad esempio in tanti ambienti del mondo del lavoro.

L’ambito educativo e formativo, cioè, è diverso, ed il concetto di merito mal si sposa col concetto di meritocrazia. Sapendo comunque che definire il merito non è facile, tanto da consentire diverse sottolineature o interpretazioni.

Pensiamo, per capirci, a quante variabili entrano in una valutazione, oltre al risultato in sé, ad esempio, di un compito in classe o di una interrogazione o di una ricerca o di una esperienza laboratoriale o di un lavoro di gruppo.

Sì, parliamo di talento, ma sappiamo che non basta citare la parola perché siano poi sia chiaro il senso ed il contesto. Lo stesso per quanto riguarda i termini capacità, attitudine, impegno, passione, risultato, criticità, ecc..

Chi ha esperienza di una valutazione capisce le cose che sto tentando di chiarire. Per qualsiasi valutazione. Non solo a scuola.

Se la questione è davvero complessa, il compito di assegnare un voto, a scuola come all’università, è sì un dovere, ma sappiamo che non è per niente facile. E che tante valutazioni, a prima vista ineccepibili, rischiano poi di rivelarsi frettolose, se non sbagliate.

E’ per questa ragione che a scuola distinguiamo tra valutazione formativa e valutazione sommativa. Con non poche difficoltà, durante soprattutto gli scrutini, quando si trovano ancora oggi docenti che si nascondono dietro alle medie aritmetiche, con tabelle di valutazione che sembrano degli algoritmi matematistici. Come se la matematica, che rimane comunque una lettura parziale della realtà formativa, potesse dire e pretendere una qualche oggettività.

Il rimando quindi alla media dei voti è un ulteriore vulnus, mentre dovrebbe essere premiato, semmai, il cammino formativo nel suo complesso: se uno studente alle prove d’ingresso di inizio dell’anno raggiunge un voto incerto, per poi crescere e raggiungere buoni risultati, non dovrebbe essere questo riconosciuto, anzitutto?

Insomma, è facile insegnare ai cosiddetti “bravi”, e poi premiarli, come in questo caso, con i soldi di tutti. Difficile tutto il resto, che è, in verità, il cuore primo della scuola.


Galiano: “come una gara tra chi parte a due metri dal traguardo e chi scalzo”

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La vicenda sul premio di 100 euro agli studenti con la media del 9 continua a far discutere. La proposta è di un dirigente scolastico dell’istituto superiore Scalcerle di Padova, Giuseppe Sozzo che insieme al provveditore Roberto Natale premieranno con 100 euro tutti gli studenti che l’anno scorso hanno ottenuto all’Esame di Stato la media del 9. 

A intervenire sono state diverse personalità del mondo della scuola e non solo. Tra questi, il prof e youtuber Matteo Saudino, che ha affermato: “Siamo in presenza di cialtroni che scambiano la pedagogia per gare. Fermiamo questo orrore”

E così, anche il prof e scrittore Enrico Galiano commenta sul proprio profilo Facebook: “100 euro come premio agli studenti con la media più alta. Ci sono tanti motivi per cui è una pessima idea. Quello più lampante: è come una gara sui 100 metri, però con atleti che partono a due metri dal traguardo e altri che corrono dalla partenza. Scalzi. Poi non stupirti se a quelli scalzi può passare la voglia”.

“Evento che aspettiamo con trepidazione”

Tra entusiasti e detrattori a parlare è stato uno degli alunni che lo ha ricevuto, intervistato da Il Corriere della Sera. Si tratta di Lorenzo Calcarella, 19 anni, al quinto anno dell’indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie e rappresentante d’istituto, uno dei 56 premiati durante la “Serata delle Eccellenze” organizzata dalla scuola qualche giorno fa. A chi dice che si tratta di un sistema troppo competitivo e asfissiante, il ragazzo ha risposto che questa non è la percezione generale degli studenti: “È un evento che aspettiamo con trepidazione. Insegnanti, ragazzi e genitori si ritrovano divertendosi e celebrando le eccellenze scolastiche. La premiazione dei ‘migliori’ ha così una doppia valenza: è un modo per dare un riconoscimento a chi ha lavorato bene e, al contempo, dà prova che chiunque può farcela”, ha detto, lodando l’iniziativa.

La Rete degli Studenti Medi: “Ennesimo obiettivo per cui avere ansia”

Si tratta di un incentivo economico – ha detto qualche giorno fa polemica la Rete degli Studenti Medi – che, agli occhi di chi ha scelto di istituirlo dovrebbe incentivare i giovani ad un maggior impegno in materia scolastica e dunque favorire l’apprendimento, ma, nella pratica, consegna agli studenti esclusivamente un altro obiettivo per cui avere ansia e valutare uno dei percorsi più importanti nelle vite di ognuno di noi, la scuola, esclusivamente come una corsa dove chi meno ottiene meno vale. È’ una dinamica tossica, pericolosa”.

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Bonus di 100 euro a chi ha la media del 9 ultima modifica: 2023-04-13T05:44:29+02:00 da

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