Bruschi: dare regolarità alle procedure concorsuali

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dal profilo FB di Max Bruschi, 6.1.2018

– #sfp, #dm, #concorsi e #sìalmerito, al netto di ogni disquisizione su procedure riservate. Nel lontano 2011, dopo aver chiuso la pratica della Formazione iniziale, mi fu chiesto dall’amministrazione di approntare una bozza di regolamento in esecuzione della “delega Fioroni”, che prevedeva concorsi ogni due anni, e che si era in animo di far decorrere col primo concorso dopo il termine del primo ciclo TFA.

Non se ne fece nulla, come spesso capita quando cambia un ministro. Tuttavia, la fattibilità tecnica c’era. E gli stessi concorsi FIT hanno stabilito una cadenza biennale. Dare regolarità alle procedure concorsuali, secondo ritmi serrati, è il miglior sistema per evitare di creare sacche di aspettative e per dare a tutti gli interessati una prospettiva certa di potersi “misurare” in tempi ragionevoli.

L’art. 2, comma 416 della L. 244/2017 non è mai stato abrogato, e delega il Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca ad adottare un regolamento che definisca la disciplina dell’attività procedurale per il reclutamento del personale docente, attraverso concorsi ordinari, con cadenza biennale, nei limiti delle risorse disponibili. Preso atto che il decreto legislativo 59/2017 ha mutato il sistema di reclutamento per la secondaria, nulla vieta di eseguire la delega per quanto riguarda infanzia e primaria, anche se la via principale resterebbe quella di una modifica all’art. 400 del Testo Unico, portando da 3 anni a 2 la cadenza concorsuale e rinfrescando e snellendo tutte le disposizioni fonte di perenne contenzioso. Tecnicamente, problemi non ce ne sono. Poniamo che l’ultimo turno di nomina per le GM sia il 2020/21. A luglio 2020 si procede col bando (in cui ricomprendere i laureati delle sessioni estive di laurea), con chiusura delle procedure entro maggio 2021, approvazione delle GM in tempo per l’anno scolastico 2021/22 e con validità sino al 2022/23. A luglio 2023, nuovo bando concorsuale e così via. 

Questo il quadro di massima. Ovviamente, si può discettare all’infinito sulla tipologia delle prove e sui punteggi dei titoli. Quanto alle prime, dovrebbero essere rigorosamente basate sullo standard professionale richiesto, senza accomodamenti (vedi la prova di inglese e quella di “informatica”). In realtà, mi sembra che il punto vero sul quale intervenire siano le commissioni. L’ultimo bando indicava precisi criteri di qualità. Ma il compenso irrisorio ha fatto da freno, costringendo speso a derogare ai requisiti, e soprattutto ha reso la composizione delle commissioni instabile per le continue dimissioni, causando gravi ritardi. Nulla di irrimediabile, comunque.
PS. Ovviamente, nelle regioni ove vi fossero ancora “vincitori” del concorso 2016 da assumere, essi avrebbero, in quelle regioni, la priorità sulle immissioni in ruolo.

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Bruschi: dare regolarità alle procedure concorsuali ultima modifica: 2018-01-07T22:05:56+01:00 da
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