Concorsi: ammessi in massa. E ora 350 mila prove orali da sostenere

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Un concorso che non seleziona

Gilda Venezia

In base ai dati ufficiali della prova scritta del concorso di infanzia e primaria, svolta la settimana scorsa, il numero dei candidati che hanno superato la prova e potranno accedere direttamente all’orale sono stati 44.615 su 55.676 (80,1%) presenti alla prova.
Rispetto ai 69.101 candidati che avevano presentato domanda di partecipazione al concorso di infanzia e primaria, oltre 13 mila non si sono proprio presentati alla prova, mentre circa 11 mila non l’hanno superata. Insomma dei 69 mila ai nastri di partenza sono ancora in gara – e dovranno essere esaminati all’orale – in quasi 45 mila (circa due su tre).
Se si considera che mediamente per i suddetti concorsi ogni candidato ha presentato poco meno di due domande di partecipazione (esattamente 1,7 domande a testa), le commissioni di concorso potrebbero essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 75mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno sia per il concorso di scuola dell’infanzia che per quello di scuola primaria.
Per quanto riguarda il concorso di scuola secondaria per il quale le prove scritte sono tuttora in corso, una prima comunicazione ministeriale ha riferito che nei primi quattro turni di prove hanno superato lo scritto 113.543 candidati su 130.252 presenti (l’87,2%).
Per la secondaria è opportuno tenere presente anche l’elevato numero di candidati (303.687) che hanno presentato 437.351 domande (in media circa 1,4 a testa).
Da questi esiti parziali della prova scritta, sta emergendo, come e più di quanto avvenuto per il concorso di infanzia e primaria, un’elevata percentuale di ammessi, tanto che potrebbe risultare attendibile una stima finale di ammessi di poco inferiore a due terzi, quantificabile, pertanto, intorno a 200 mila persone.
Se il dato finale sarà confermato, le commissioni di concorso potranno essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 280 mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno.
Tra infanzia-primaria e secondaria i candidati ancora in gioco dopo lo scritto potrebbero essere 245 mila, e le prove orali da sostenere ben 355 mila.
“Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?”. L’ammissione in massa all’orale nel concorso per docenti richiama alla mente un vecchio, surreale indovinello. Tra i quiz dell’ultimo concorso per insegnanti non ci sono domande come questa. Ma in alcuni casi, poco ci manca.
Di fronte a 158.158 ammessi su 185.928 candidati (tasso di ammissione: 85%) che la scorsa settimana hanno affollato migliaia di scuole – con uno sforzo organizzativo non indifferente – per la prova scritta del concorso a cattedre previsto dal Pnrr, i casi sono due: o il livello medio di preparazione dei candidati è altissimo, oppure l’”asticella” dei quiz della prova scritta è stata posta a livello ginocchia.
Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara non ha dubbi: “L’alta percentuale di ammessi all’orale testimonia la preparazione dei futuri componenti di una classe docente che verrà selezionata anche in base all’attitudine all’insegnamento“. Ma i commenti di chi ha sostenuto la prova (50 domande a risposta chiusa) fanno pensare alla seconda ipotesi, a prescindere dalla preparazione dei candidati che in molti casi può essere stata elevata (ma certo non è stata granché sollecitata). Quel che è certo è che ora si scaricano sulla macchina organizzativa della prova orale numeri monstre, di cui parliamo separatamente.
C’è chi ha risposto a tutte le domande in un quarto d’ora (il tempo a disposizione era di 100 minuti) conseguendo il punteggio pressoché massimo. Da tantissime testimonianze raccolte emerge che alcune domande erano banali. Ma soprattutto che la struttura delle quattro risposte era tale da poterne escludere con certezza almeno due, mentre delle restanti due una pur verosimile aveva spesso un dettaglio che portava a individuare l’ultima risposta come quella “da accendere”.
Qualche esempio? Dal tam tam delle chat rimbalzano alcuni quesiti e relative risposte chiuse tra cui scegliere (seguiti da un nostro commento), che non si possono non definire imbarazzanti, se si ha in mente che un concorso ha il delicato compito di individuare la classe docente da cui dipenderà la formazione delle generazioni di domani, e che dovrebbe contribuire a risollevare il prestigio e l’autorevolezza di questa straordinaria professione.
Domanda: “Quale tra i seguenti non è un organo collegiale?
Risposte possibili:
A. Collegio docenti
B. Consiglio di interclasse
C. Consiglio di intersezione
D. Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF
Il PTOF è un documento, non è un organo…
Vediamone altre:
Domanda: “Chi è l’autore della riforma della scuola del 1923
Risposte possibili:
A. Luigi Berlinguer

B. Tina Anselmi
C. Aldo Moro

D. Giovanni Gentile
No comment.

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Domanda: “Il pedagogista Piero Bertolini afferma che ‘l’educatore non ha che un mezzo per comunicare all’educando un certo valore o un certo modo di intendere e di impostare la vita, il metterli in pratica’. Che cosa sta affermando?”
Risposte possibili:
A. Il valore pedagogico del discorso retorico
B. Il valore pedagogico della semplicità nello spiegare i concetti più difficili
C. Il valore pedagogico dell’indottrinamento
D. Il valore pedagogico dell’esempio e della testimonianza
Non occorre aver studiato il pensiero del pedagogista e filosofo dell’educazione torinese per rispondere correttamente.

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Domanda: “Da chi è redatto il Piano Didattico Personalizzato (PDP)?
Risposte possibili:
A. Dalla famiglia
B. Dallo studente
C. Dall’azienda sanitaria
D. Dalla scuola
Chi potrebbe redigere un piano didattico?

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Domanda: “Un evento stressante:”
Risposte possibili:
A. Ha effetto solo durante l’adolescenza
B. Ha lo stesso effetto su tutti gli alunni
C. Può avere effetti solo nel contesto familiare
D. Può avere effetti diversi in base alle caratteristiche degli alunni
Bisogna aver studiato pedagogia per individuare la risposta giusta?
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Domanda: “Nelle attività didattiche è possibile utilizzare immagini o fotografie prodotte da altri e reperite online. Cosa è però necessario fare?
Risposte possibili
A. E’ bene ricordarsi di eliminare i credits in fondo, per non rovinarne l’estetica
B. E’ sufficiente scaricarle e inserirle nella propria presentazione
C. E’ possibile farne uno screenshot, anche se il sito su cui sono ospitate non permette di scaricarle
D. Verificare se ne è concesso il riuso e citarne la fonte
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Crediamo di non sbagliare nel ritenere che un quiz del genere possa essere appropriato per testare le competenze di cittadinanza digitale di un alunno della scuola media, mentre non è sufficiente a valutare le competenze professionali di un suo insegnante.
Se e quando il ministero dell’istruzione e del merito pubblicherà integralmente i quesiti delle prove scritte dei concorsi che si stanno svolgendo in questi giorni, si potrà capire meglio.
Ad oggi, a parte casi estremi come quelli che abbiamo riportato, quel che emerge dall’ascolto di tanti candidati dopo la prova è che chi ha un minimo di preparazione e magari ha fatto qualche lezione in una scuola (ricordiamo che è prevista una riserva del 30% dei posti per chi ha più di tre anni di servizio negli ultimi dieci) ha avuto ben pochi problemi a passare (non c’è quindi scrematura dei migliori). Ma quel che è peggio, è che la formulazione delle domande e soprattutto delle risposte è tale che utilizzando la logica si poteva rispondere correttamente a molti quesiti non solo senza essere profondi conoscitori della materia, ma anche senza saperne quasi nulla. Del resto diversi candidati hanno ammesso di avere affrontato il concorso senza preparazione, ottenendo risultati insperati grazie ad una facilità disarmante delle prove. E ricordiamo che non si tratta di una prova preselettiva ma di una delle due prove del concorso, il cui punteggio concorre all’esito finale della selezione.
L’indice è puntato soprattutto sulle quattro risposte al quesito. In molti dei 50 quesiti della prova scritta tre delle quattro risposte presentate erano palesemente sbagliate, consentendo al candidato di scegliere la risposta ad excludendum, pur non conoscendo la risposta esatta. Insomma, anche se non sai, puoi arrivare alla risposta giusta. E così potrebbe aver passato lo scritto anche chi non ha la preparazione necessaria per ambire al delicato ruolo di insegnante.
Cui prodest? La Costituzione prevede che nel pubblico impiego si acceda per concorso. E in tanti abbiamo sempre sostenuto che si devono fare i concorsi. Sì, ma fatti bene. Con il giusto livello di selezione (intesa come accertamento delle qualità necessarie a ricoprire quel ruolo), altrimenti hanno poco senso. E attenzione, non è una scusa per non fare i concorsi (come in tanti vorrebbero), ma un serio motivo per organizzarli meglio.
Il vero punto è: quale preparazione ci aspettiamo per salire in cattedra? Il resto è una conseguenza, e se le prove sono queste, vengono molti dubbi.
Concorsi: ammessi in massa. E ora 350 mila prove orali da sostenere ultima modifica: 2024-03-18T07:46:01+01:00 da
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