di Corrado Zunino, la Repubblica, 10.9.2024.
Nove prove in corso o attese, i bandi PNRR scacciano i vincitori precedenti. Aiutati i concorrenti che si sono formati alle telematiche. I sindacati: “Ad oggi firmate solo 20.000 nomine”. Valditara: “I supplenti sono 165.000”. Nemmeno il Governo Meloni riesce a far uscire l’istruzione italiana (con i suoi studenti) dal precariato.
ROMA – La ripartenza della scuola – mercoledì 11 settembre e giovedì 12 le date valide per la maggior parte delle regioni italiane – rimette al centro la questione della presenza, e della bontà, dei docenti italiani. Dalla loro qualità e dalla loro continuità dipendono molte delle sorti formative degli studenti del Paese. Nel dettaglio, la ripartenza aiuta a inquadrare la selezione che con il Governo Meloni e il ministro dell’Istruzione del Merito Giuseppe Valditara il sistema italiano sta facendo per provare a portare in cattedra maestri e professori capaci e presenti nelle stagioni. I risultati, si vedrà, restano mediocri.
Bene, va subito detto che in questo momento, a livello statale, ci sono sedici bandi di concorso in atto o in procinto di partire che riguardano la scuola italiana. Nove di questi sono dedicati ai docenti, due ai dirigenti scolastici, due ai dirigenti amministrativi, tre agli amministrativi (Ata). Un enorme contenitore di destini e professionalità, e uno stress organizzativo senza requie. Da questo elenco non sono previsti, peraltro, i concorsi banditi a livello comunale. E, ricordiamo, si devono ancora portare in cattedra gli idonei dei concorsi del 2016, del 2018, del 2020 celebrato sotto pandemia e a finestre aperte e quelli dello Stem voluto dal predecessore Patrizio Bianchi, nel 2022.
Vediamo nel dettaglio.
Concorso per docenti straordinario ter (Pnrr)
La procedura è finalizzata alla copertura di 29.314 cattedre di scuola secondaria di primo e secondo grado, su posto comune e per il sostegno. Gli Uffici scolastici regionali stanno pubblicando le graduatorie. Bandito nel dicembre 2023, il concorso si è svolto nel 2024. I candidati inseriti in graduatoria possono inserirsi nella prima fascia delle Graduatorie per i supplenti (Gps), valide per il biennio 2024 -2026 solo se già in possesso dell’abilitazione, in quanto la procedura concorsuale non è abilitante. I candidati inseriti nelle graduatorie di merito, o che hanno superato tutte le prove del concorso ordinario, privi di abilitazione, possono presentare questo titolo tra quelli valutabili per le graduatorie provinciali per le supplenze, come superamento di un concorso ordinario.
Concorso per docenti straordinario ter/2 (Pnrr)
Entro l’autunno uscirà un nuovo concorso per docenti di scuola secondaria, in realtà “continuum” di quello già espletato. Si tratta dell’atteso secondo concorso Pnrr, ossia il secondo bando relativo alla cosiddetta fase transitoria del reclutamento dei docenti finalizzata al raggiungimento delle 70.000 assunzioni di insegnanti previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. La procedura sarà aperta anche ai non abilitati e recepirà le novità per i concorsi docenti introdotte dal Decreto Scuola 2024. E’ atteso tra ottobre e novembre. I vincitori privi di abilitazione saranno assunti a tempo determinato, con supplenza fino al 31 agosto 2025. In contemporanea, completeranno il percorso formativo per acquisire i crediti necessari a raggiungere i 60 Cfu che servono per l’abilitazione.
Concorso ordinario per docenti di scuola secondaria
Concorso per l’immissione in ruolo di docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado. La procedura è aperta anche ai non abilitati. Pubblicato il decreto, si attende il bando: la prova è prevista in autunno. Fino al 31 dicembre 2024, ovvero al termine della cosiddetta fase transitoria, i concorsi sono aperti anche ai docenti senza abilitazione.
Concorso ordinario per docenti di scuola dell’infanzia e primaria (Pnrr)
Prevede il reclutamento di 15.340 insegnanti (inizialmente erano 9.641). Gli Uffici scolastici regionali stanno pubblicando le graduatorie regionali relative al concorso bandito a Dicembre 2023 e svoltosi nel 2024.
Concorso per l’aggiornamento delle Gps
Si parla, ovviamente, delle supplenze valide per gli anni scolastici 2024-’25. La procedura concorsuale è per titoli. Gli Uffici scolastici provinciali stanno pubblicando le graduatorie Gps per tutte le province.
Concorso per insegnanti di religione cattolica
Il ministro Valditara ha firmato il bando, previsto in uscita a breve. Coprirà il 30 per cento dei posti vacanti, che sono 6.428. Dunque, saranno messi a bando 1.928 posti, il restante 70 per cento sarà affidato a un bando straordinario per docenti precari.
Concorso straordinario per docenti di religione cattolica
Concorso per docenti di Religione cattolica con tre anni di servizio, finalizzato alla copertura di 6.428 posti. Le domande andavano presentate entro l’8 Luglio 2024. I posti a bando sono 4.500.
Concorso per docenti di sostegno specializzati
Concorso per l’immissione in ruolo di insegnanti di sostegno già in possesso della specializzazione. La procedura concorsuale è rivolta ai docenti già inseriti nelle Gae e nelle graduatorie di istituto, e a quelli che stanno frequentando i corsi di specializzazione. Il ministero ha illustrato ai sindacati la bozza del bando relativo al concorso. La prova sarà nazionale, ma articolata su base regionale, e la graduatoria sarà formulata per titoli. L’uscita del bando era attesa entro il 2023, è slittata al 2024.
Concorso per docenti di Educazione motoria nella scuola primaria
Prova finalizzata all’introduzione del nuovo insegnamento delle Scienze motorie e sportive nelle scuole primarie. La procedura ha carattere abilitante. Il concorso è in atto e servirà a coprire 1.740 posti. Le prove si sono concluse e gli Usr stanno procedendo con la pubblicazione delle graduatorie. E’ stato abolito, quindi, il concorso straordinario per l’abilitazione all’insegnamento.
A partire dal 2025, si concluderà la fase transitoria e si potrà accedere alle prove per insegnanti solo se si sarà abilitati. I 70.000 posti per docenti del Piano di reclutamento di Valditara sono previsti nel prossimo triennio, attraverso concorsi annuali: “A settembre abbiamo assunto 40.600 nuovi docenti”, ha detto il ministro, “e abbiamo avviato le procedure per reclutarne altri 70.000 nei prossimi tre anni”. Ventimila entro Dicembre 2024, 20.000 entro Settembre 2025; 30.000 entro Giugno 2026. La diluizione si è fatta necessaria dopo il target mancato a giugno di quest’anno: settantamila assunzioni tutte insieme. Il ministro Valditara ha sottolineato la necessità di studiare con i sindacati forme di incentivazione per incoraggiare i docenti precari a trasferirsi.
La grande architettura progettuale valditariana è messa in discussione dalla bontà degli stessi concorsi – non ce ne è uno che non porti con sé un carico di contestazioni – e dalla visione rassegnata sul tema di chi conosce la scuola. “Si fa ancora più affannosa quest’anno, se possibile, la gestione delle operazioni di nomina”, scrive la Cislscuola. “Rispetto agli anni precedenti, il ritardo è maggiore. Si è fatta ineludibile la necessità di anticipare sensibilmente, già dal prossimo anno, i tempi di gestione delle operazioni”.
Cisl: un buco da 18.232 posti
Il sindacato confederale aiuta a mettere a posto i numeri, partendo dai docenti. Sono 64.156 i posti liberi, “ma si potranno fare al massimo 45.924 assunzioni”. Resta un buco di 18.232 posti, che andranno a supplenza in attesa del nuovo concorso in ottobre-novembre. Alle cause storiche della scuola italiana, si aggiungono proprio le novità introdotte con la riforma del 2022 in attuazione del Piano nazionale di resilienza e ripresa. Ci sono molti docenti che hanno superato positivamente i precedenti concorsi del 2016, 2018, 2020 e l’ultimo del 2024, ma non si possono assumere: bisogna dare la precedenza ai bandi Pnrr. E, così, i 18.232 posti restano liberi, a disposizione di un nuovo concorso. “Queste regole hanno poco senso e si dimostrano del tutto inefficaci: ne abbiamo chiesto con forza la modifica nell’incontro con il ministro Valditara avvenuto alla fine di luglio”, dice la segretaria Cisl Ivana Barbacci. Ad oggi, considerando che solo la metà dei concorsi si è concluso con la pubblicazione delle graduatorie, è scontato che l’obiettivo delle 45.924 assunzioni resterà in gran parte sulla carta. Scontiamo i limiti di un sistema di reclutamento centrato esclusivamente sui concorsi per esami, laddove andrebbe reso strutturale un modello che preveda l’utilizzo di un secondo canale di assunzioni, quello dalle Gps, come sta avvenendo per il quarto anno, con esiti positivi, sui posti di sostegno”.
La Gilda degli insegnanti conferma: “Il ministero sta accantonando 10.000 posti per le graduatorie Pnrr da approvare entro il 10 dicembre. Oggi siamo a meno di 20.000 nomine firmate rispetto alle 46.000 previste”.
Dodicimila firma in 48 ore
E i problemi si presentano sugli stessi bandi “Pnrr”. Dodicimila docenti del concorso 2023-’24 hanno raccolto in 48 ore le firme attorno a un documento che denuncia: “Il Governo ci abbandona alla precarietà senza alcuna prospettiva”. Spiegano: “Abbiamo superato prove selettive, tanti di noi hanno già dimostrato il proprio valore sul campo e siamo stati giudicati idonei da un sistema che ora ci volta le spalle, condannandoci a svolgere un altro concorso, alle medesime prove, nel corso del prossimo autunno. Magari dovremmo prendere nuovamente il volo e una stanza in un bed&breakfast per andare a sostenere le prove, come già successo a tanti sardi. E’ inaccettabile. Non siamo numeri da inserire in graduatorie di cui non conosciamo neanche l’esito finale e la nostra collocazione precisa, né persone da utilizzare come bancomat per le università telematiche ed enti privati che si occupano di erogare a costi carissimi, master e certificazioni che gonfiano i punteggi in una inesorabile guerra tra poveri. Non si può pagare per lavorare. Siamo docenti, educatori, formatori delle future generazioni di questo Paese e meritiamo di essere trattati con dignità e rispetto”.
Giuseppe Buondonno, responsabile scuola di Sinistra italiana, va a sostegno della denuncia: “Troppi docenti devono continuamente superare prove che non bastano mai”.
“La meglio gioventù scavalcata”
La docente Maria Pia Pizzo segnala a Repubblica: “Il concorso docenti 2023-’24 è diventato un circo. “Candidati con punteggio altissimo, plurilaureati, dottorati, tutti scavalcati da riservisti con la Legge 104, il servizio militare, il servizio civile, o precari con tre anni di servizio. Questo governo ha a disposizione un’intera, giovane, preparata classe docente, ma dovremo rassegnarci alla solita supplentite”.
Andando a ritroso, c’è il concorso Stem del 2022. E quello del 2020, fatto a Covid esploso. Hanno già prodotto 30.000 nuovi precari, due sit-in sotto il ministero e altri nove sotto gli uffici scolastici regionali. Scrivono gli idonei di quelle tornate: “Nell’immensa e variegata platea degli insegnanti che aspettano di entrare di ruolo, c’è un nutrito gruppo di persone che ha già maturato diritti e requisiti e che sarà scavalcata da altri precari. Siamo trentamila insegnati abilitati dal concorso del 2020. Nonostante il numero monstre di cattedre vacanti, a settembre potremmo non trovare neppure una supplenza. Questo perché Valditara ha contingentato i posti disponibili, riservandone una parte per i futuri vincitori del concorso Pnrr, ancora in corso. E’ una grande ingiustizia, abbiamo già superato un prova molto selettiva e abilitante”.
Uil: più canali, meno posti
Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola, sottolinea: “E’ paradossale come aumentino i canali di assunzione e diminuiscano i posti che vengono accantonati per una futura procedura concorsuale”. Il ministro avrebbe cercato di correre ai ripari assicurando l’inserimento, nel corso dell’anno, di altri 5.000 idonei selezionati dalle graduatorie del 2020.
Ecco Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil: “Il ministero accantona posti per il concorso di ottobre, ma ancora non si è concluso il ‘2023’ e ci sono idonei del ‘2020’ in fila. Nonostante i fondi europei destinati a combatterlo, così si alimenta il precariato”.
Il sindacato che la Fracassi rappresenta ha diffidato ufficialmente il Mim ad adottare “immediate e tempestive disposizioni per la stipula di contratti a tempo indeterminato, su tutti i posti vacanti e disponibili, per tutti i docenti in attesa di assunzione”. Nella diffida si legge: “I vincitori dei due concorsi 2023 per la scuola secondaria di I e II grado e per la scuola dell’infanzia e primaria avrebbero dovuto essere assunti a far data dall’1 settembre 2024, ma le procedure sono ancora in corso a causa delle difficoltà di costituzione delle commissioni e quindi il termine ultimo per le assunzioni è stato prorogato al 31 dicembre 2024”.
Le commissioni bloccate
I commissari non si trovano perché – docenti in servizio – non vengono esonerati dai loro impegni quotidiani e perché sottopagati (anche 1 euro l’ora). Tanti, già nominati, poi si dimettono: troppi gli oneri richiesti. A fine agosto, per il concorso di scuola secondaria, delle 1.242 graduatorie di merito previste (283 per la secondaria di I grado e 959 per quelle di II grado), ne erano state definite 537, pari al 43 per cento di quelle attese. Sarà difficile che entro dicembre si riesca a colmare un simile ritardo.
Le commissioni – loro malgrado – non sono la soluzione, ma il problema, l’ostacolo vero per semplificare le procedure. A giugno, 85 non si erano neppure formate. Scrivevano i Cinque Stelle a fine agosto con Antonio Caso, deputato della Commissione Cultura: “A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, il mondo della scuola è nel caos totale a causa della fallimentare gestione Valditara. Si prospetta un nuovo record di precariato: a settembre mancheranno infatti 250.000 insegnanti. I nuovi concorsi Pnrr non termineranno in tempo, tra procedure a rilento e il pasticcio dei nuovi costosi percorsi abilitanti. Intanto l’assunzione degli idonei del concorso 2020 è inspiegabilmente bloccata. Non dimentichiamo, poi, le assurde disparità create nell’abilitazione al sostegno, con l’attivazione di nuovi percorsi semplificati a discapito di chi ha frequentato un duro e costoso anno di tirocinio formativo attivo. Disagi si vedono anche nelle procedure per la minicall veloce e nella scelta delle 150 sedi per chi è nelle graduatorie provinciali per le supplenze”.
Sulla gestione delle graduatorie Gps, quelle appunto per i supplenti, il sistema dei punteggi congegnato, soprattutto sul sostegno, “contribuirà a creare ulteriori disparità tra docenti già ampiamente discriminati”.
Con un’ordinanza del 20 maggio scorso, il ministero aveva riaperto le Gps sul sostegno per l’inserimento in graduatoria – per l’anno scolastico 2024-’25 – degli aspiranti i cui titoli esteri non erano ancora stati valutati, ma lo stesso consentivano l’attivazione di contratti a tempo determinato: “Corsi di abilitazione della durata di tre mesi regalano punteggi pari a tre anni di servizio”, era la denuncia di chi subiva la novità, che, peraltro, favoriva università telematiche viste con favore da questo governo. “Chi può comprare tutto ciò che viene venduto può lavorare perché, magicamente, il proprio punteggio lievita, mentre chi ha anni di servizio si trova sempre in coda”.
L’esperto: “Selezione senza qualità”
Carlo Cappa, professore ordinario di Storia della pedagogia dell’Università di Roma Tor Vergata, spiega: “Accentuare in maniera così marcata il peso delle supplenze per avere accesso ai percorsi abilitanti e valutare unicamente i titoli, senza esami né scritti né orali, impedisce una selezione che possa far emergere la qualità dei candidati. È ovvio che una riforma non possa fare tabula rasa del passato, così come si comprende la necessità di rispettare gli impegni del Pnrr, ciò nonostante sarebbe stato necessario un maggiore equilibrio: le istanze sindacali – le cui rappresentanze sono state assiduamente ricevute in Viale Trastevere – e il desiderio del governo di ammansire i precari, chiedendo loro, però, un ingente sforzo economico, sono elementi che avrebbero dovuto essere contemperati con le esigenze del sistema d’istruzione, la cui qualità, invece e ancora una volta, si trova gravata della pesante ipoteca di una scelta senza concorso solo goffamente dissimulata”.
Corsi sfalsati, nuove ingiustizie
I due ministeri interessati (Istruzione e Università), anziché avviare contemporaneamente tutti i percorsi abilitanti destinati alle varie categorie, lo scorso 15 febbraio hanno dato il via libera soltanto ai corsi riservati ai docenti di ruolo, a coloro che già possedevano un’abilitazione su altra materia e agli specializzati sul sostegno. “Ad oggi nessuna università ha fatto partire i corsi riservati ai triennalisti. Gli altri sono al terzo ciclo, noi a quota zero”.
Le pubblicità di eCampus
Poi ci sono le pubblicità dei soliti privati “copia e incolla”. ECampus aveva promesso ai docenti che avrebbero seguito da loro il percorso abilitante che gli esami finali sarebbero stati entro il 30 giugno 2024, in tempo per entrare nelle Graduatorie Gps. A iscrizione avvenuta, la realtà telematica ha spostato il termine degli scrutini a fine settembre, tagliando fuori il gruppo dalle Graduatorie per le supplenze di quest’anno.
Paola Audino, per la Flc Cgil di Grosseto referente dei docenti senza posto fisso; dice: “I concorsi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono molto più semplici dei precedenti e poco selettivi. Allo scritto di marzo mancava solo la domanda sul cavallo bianco di Napoleone. Molti esclusi si lamentano perché verificano la presenza di altre persone che avevano conseguito un punteggio inferiore”. Di qui le numerose correzioni operate dall’Ufficio scolastico regionale e le conseguenti richieste di chiarimento. Di qui, il caos. “Chi oggi si vede in graduatoria e domani non si ritrova più non ha alcuna certezza di poter svolgere il suo lavoro. Vive con un miraggio di un posto di ruolo che appare e scompare nell’arco di due o tre giorni. Ci sono vincitori che si rifiutano di rinunciare all’eventuale supplenza da prima fascia Gps perché non si fidano delle nomine in ruolo, hanno paura che svaniscano di mano da un momento all’altro e di rimanere senza ruolo e senza supplenza”.
Il Coordinamento nazionale Scienze della Formazione primaria nuovo ordinamento, peraltro, ha contestato l’orale del concorso ordinario 2024 da Pnrr: “La prova avviene in mancanza di testimoni super partes e la ricezione dell’esito sulla piattaforma concorsi e procedure selettive arriva molte ore dopo, addirittura la sera o il giorno successivo”.
Nell’incontro con il ministro, i docenti di “Scuola, lavoro e libertà” hanno ricordato come sul tema precari nell’istruzione pubblica l’Italia sia sotto procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea.
E’ sul sostegno che si prevede, anche nell’anno scolastico entrante, il maggior numero di supplenze. Serve dare stabilità ai 109.000 posti istituiti in deroga anche in questa stagione, con una modalità inevitabilmente provvisoria e fonte di un’estesa precarietà del lavoro. “Più volte abbiamo chiesto di incrementare il numero dei posti di sostegno in organico di diritto”, è ancora la Cisl, con la segretaria scuola Barbacci: “Il ministro ha dato segnali di disponibilità in questa direzione, vedremo in Legge di bilancio se ci sarà una risposta concreta”.
Graduatoria presidi, via libera del Tar Lazio
Infine, il concorso riservato per dirigenti scolastici. Il Tar il 5 settembre ha rigettato i ricorsi proposti avverso il decreto ministeriale con cui è stata approvata la graduatoria della procedura di reclutamento. La graduatoria non è più sospesa, ma l’anno scolastico parte con centinaia di istituti in reggenza (presidi che hanno più scuole da gestire).
Il ministro, ecco, è andato su YouTube per spiegare il suo punto di vista. Ha detto: “Il numero di 250.000 insegnanti precari è falso, non lo registra neppure la Corte dei conti. Sono, al 31 agosto, 165.000. L’anno scorso erano 160.000. Entro dicembre lo ridurremo a 155.000 perché gradualmente assumeremo gli idonei dei vecchi concorsi”. L’ultimo dato disponibile, in proposito, è quello del 2022-’23, prima stagione di Valditara al comando: i docenti precari, posto comune più sostegno, in totale erano 234.576. Ecco, le stime dei sindacati non sembrano “fake”.
Valditara riduce i numeri anche sugli idonei da assumere e dice: “In tutto, dai concorsi del 2016 ad oggi, sono seimila, più di quanto avevamo immaginato”. Ancora: “Sulle richieste farlocche di titoli dall’estero, grazie ai controlli del ministero dell’Università, ne abbiamo già escluso il 10 per cento. Chi ne conosce altre, denunci alla procura. Siamo obbligati a dare precedenza al Pnrr altrimenti rischiamo di non farci pagare l’ultima tranche generale da 24 miliardi di euro, almeno in parte. Per la Commissione europea l’assunzione di 70.000 docenti è fondamentale. Certo, le disposizione Ue sono troppo rigide, di questo ho scritto al ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Per l’algoritmo delle graduatorie stiamo controllando eventuali malfunzionamenti e siamo pronti a correggerli. Sul sostegno, visto che le università non sono state in grado di specializzare insegnanti in numero sufficiente, abbiamo affiancato agli atenei i corsi Indire. Entro il 2025 riusciremo ad avere 85.000 docenti specializzati. Comunque, tranquilli: l’anno scolastico partirà in serenità”.
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Concorsi per docenti: metà ancora da fare. Obiettivo fallito ultima modifica: 2024-09-10T13:20:50+02:00 da