Concorso docenti 2016. Criteri poco oggettivi per correzione prova scritta. La denuncia del Coordinamento TFA

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Ciro  Agizza,   Professionisti Scuola Network  23.5.2016

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– #Concorsodocenti2016. Sono molte le polemiche su questo concorso docenti 2016 per come è stata ideata e realizzata fino ad ora la prova scritta, in particolare per la mancanza di griglie di valutazione pubbliche. Ora il Miur però, con la nota del 19 maggio, ha confermato l’adozione degli stessi criteri adottati per il concorso a cattedra 2012, eventualmente integrati e giustificati da altri correttori inseriti dalla commissione.
Nella nota con cui il Miur dà il via alle operazioni di correzionedelle prove scritte, proprio dal 19 maggio, si forniscono, infatti,  le indicazioni per l’utilizzo delle griglie di valutazione degli elaborati.
Ma molte le criticità non sono affatto state risolte come denuncia in un comunicato, il coordinamento Nazionale del TFA. Qui di seguito il loro comunicato di denuncia:

Coord. Naz. TFA – I criteri – ben poco oggettivi – sulla base dei quali le commissioni formuleranno le griglie di valutazione del concorso docenti saranno dunque gli stessi del concorso 2012: coesionecoerenza, correttezza, originalità.
Indicazioni ministeriali arrivate in corso d’opera e griglie che saranno pubblicate ex post ad opera di ogni commissione: anche questa volta si ripresentano i deficit di trasparenza del concorso precedente, dopo che era stata promessa la pubblicazione di griglie nazionali prima dell’inizio delle prove.

Ma c’è di più: a parità di criteri, sarà tuttavia assolutamente necessario tenere in considerazione nelle valutazioni le diverse condizioni in cui si sono tenuti gli scritti del concorso 2016 rispetto a quelli del 2012.
L’esito delle prestazioni dei candidati (già abilitati, vale la pena ricordarlo) è stato infatti determinato da oggettive condizioni di difficoltà logistiche e materiali. Si è verificata una mancata combinazione armonica di tre fattori: tipologia della domanda, tempo previsto per lo svolgimento e richiesta di completezza e correttezza nella risposta.

È evidente che le domande d’esame non sono state formulate coerentemente alla tipologia di prova, così come essa era stata descritta dal bando. Nello specifico va tenuto in considerazione che:

  1. Le domande sono state pensate senza tenere in conto il tempo destinato ad ogni singola risposta (18 minuti). Se si presuppone un accostamento tra due ambiti di conoscenze, in questo caso quelle disciplinari e quelle metodologico-didattiche, bisogna prevedere il tempo per operare collegamenti mentali, esporre e controllare l’elaborato.
  2.  Organizzare un testo scritto, coerente e coeso direttamente al computer necessita di un modo di elaborare le conoscenze diverso da quello richiesto dall’uso della carta e della penna. Non è più o meno difficile, ma semplicemente è diverso e di questo si doveva tener conto.
  3.  Il numero delle domande è eccessivo in relazione tanto alla tipologia delle stesse quanto al tempo complessivo messo a disposizione (8 domande in 150 minuti).
  4.  La necessaria rapidità nella digitazione, nonché la bassa qualità dell’output dovuta al software di videoscrittura (peraltro “mutilato” da alcune delle funzioni che un utente esperto usa abitualmente), hanno sicuramente causato refusi.
  5.  L’impossibilità di salvare la prova allo scadere del tempo ha determinato la cancellazione da parte del sistema dell’ultima domanda alla quale il candidato stava lavorando.
  6.  La terminologia specialistico-didattica nei quesiti è spesso usata in modo approssimativo e non appropriato, come ad esempio quando si parla di UdA o di Bes. Ciò determina imprecisioni nella risposta.
  7.  Esistono incoerenze tra le richieste specifiche contenute nelle tracce e le Indicazioni nazionali. Così, argomenti previsti per, ad esempio, un quarto anno, vengono richiesti per una verifica da svolgersi durante l’ultimo anno.
  8.  Si sono verificati numerosi problemi tecnici, relativi tanto agli hardware quanto ai software.
  9.  Il superamento della prova è subordinato in larga misura all’attuazione di una performance, che nello specifico consiste nel riprodurre uno pseudo-schema di Uda o di lezione in un determinato tempo. L’elemento performativo è ormai tipico di moltissime tipologie di esame, soprattutto quelle di certificazione (Invalsi, Certificazioni linguistiche, Ditals), dove è richiesto non solo di possedere le conoscenze che si ritengono indispensabili in relazione al livello esaminato, ma anche di saper “tecnicamente” svolgere la prova. Per questo vengono però forniti modelli sui quali esercitarsi. I candidati al Concorso docenti 2016, invece, non hanno ricevuto modelli di esame.

Ad un concorso pubblico i candidati dovrebbero essere messi nelle condizioni di dare il meglio di sé (il che non significa essere facilitati): appare evidente che in questa occasione non è stato così, e anzi si può dire che sono stati costretti a svolgere la prova in condizioni precarie, con ovvie ripercussioni sulla qualità degli elaborati. È prevedibile che i valutatori esamineranno compiti quantomeno imprecisi, spesso incompleti e magari con errori di battitura per mancata possibilità di revisione a causa del tempo.
Più volte, durante le settimane passate, il Miur era stato avvertito, e da più parti, che la fretta con la quale conduceva i lavori di preparazione al concorso stava creando problemi seri, e si chiedevano rassicurazioni circa le modalità di svolgimento delle prove. Il Ministero è restato sordo a qualsiasi tipo di richiesta o ammonimento. Risultato è che le prove scritte – valutando solo la rapidità di esecuzione – non rappresentano un modo né equo, né giusto, né serio di selezionare.
Il ministero dovrebbe riconoscere le criticità sopra riportate; le commissioni, nel valutare le prove, dovrebbero tener conto della difficile situazione oggettiva in cui si sono trovati i candidati.

Concorso docenti 2016. Criteri poco oggettivi per correzione prova scritta. La denuncia del Coordinamento TFA ultima modifica: 2016-05-24T04:15:36+02:00 da

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