di Gianna Fregonara, Il Corriere della sera, 15.10.2018
– Accolto il ricorso di 91 candidati che dovranno rifare il test. Ma il 18 ottobre è prevista la prova scritta per quasi novemila candidati. Il ministero: ricorso al Consiglio di Stato e tutto confermato.
Il ricorso al Consiglio di Stato
Non sarebbe niente di grave se non mancassero cinque giorni alla prova scritta, non c’è tempo per rifare la preselezione. Intanto il Miur ha deciso di ricorrere con procedura d’urgenza al consiglio di stato contro la decisione del Tar. Ma anche in questo caso è impensabile avere una decisione in tre giorni. Ma il Miur insiste, si va avanti e ai candidati il messaggio è di continuare a studiare. Tanto più che il ministro Bussetti ha promesso di accelerare il più possibile il concorso per poter avere i nuovi presidi al loro posto entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Tra le carte del ministero, per dimostrare che il concorso si è svolto in par condicio nonostante il black-out, il fatto che in Campania sono passati con il voto richiesto un numero di candidati compatibile con i risultati delle altre regioni.
La sanatoria?
Che cosa succederà dunque giovedì? L’ipotesi più probabile è che alla fine il ministero decida di far sostenere la prova anche ai ricorrenti, con riserva, in modo che non possano bloccare il concorso in nome dell’ordinanza esecutiva del Tar. Sarebbe un grande successo per loro, perché – ricordano i ben informati – chi accede alla prova scritta, storicamente, è poi riuscito ad arrivare in qualche modo ad entrare di ruolo come preside: insomma, se così fosse, si tratterebbe di una vera e propria sanatoria operata dal Tar del Lazio e in qualche modo avallata dal Miur pur di consentire lo svolgimento per tutti gli altri candidati. Ma queste per ora sono interpretazioni, nei prossimi giorni si capirà
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