Congiuntivo di classe

– Da quando sono arrivato nella mia nuova scuola — scrive su Facebook il preside dell’istituto Giacomo Leopardi di Sant’Antimo, in provincia di Napoli — mi sembra di essere precipitato nel Sudafrica dell’apartheid. Alcuni genitori, ma anche alcuni professori, gli avrebbero chiesto di separare i ricchi dai poveri, creando classi per i figli dei professionisti e altre per quelli degli operai.

Una discriminazione inaccettabile, più che mai in una scuola pubblica, la cui missione dovrebbe consistere nel garantire a tutti le stesse opportunità di partenza. Ma c’è un particolare, nello sfogo del preside, che non saprei se definire comico o drammatico: il linguaggio usato dai genitori benestanti per giustificare le loro richieste. «Abbiamo paura che i nostri figli prendino cattive abitudini». «Vogliamo che seguino le nostre orme».

Intendiamoci. Il congiuntivo è una pessima abitudine e, a seguire le orme di chi ne è immune, si finisce per diventare quantomeno ministri. Resta il fatto che pretendere di preservare una presunta superiorità sociale ostentando le prove della propria ignoranza è uno di quei cortocircuiti dell’inconsapevolezza contro i quali non c’è contromisura che tenga. Da tempo, forse non solo in Italia, il benessere economico ha divorziato dalla cultura.

Certi genitori chiedono alla scuola di isolare i loro figli dagli ambienti meno altolocati, nella convinzione che lì si annidino i pericoli più grandi.
Non sanno che molto spesso il pericolo è in casa.

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Congiuntivo di classe ultima modifica: 2020-01-29T21:43:45+01:00 da
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