di Valentina Santarpia, Il Corriere della sera, 17.4.2018
– Era stato siglato il 9 febbraio scorso, ma il mancato visto dell’organo giudiziario aveva bloccato gli aumenti, che vanno da 81 a 111 euro. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: «Regole certe per la continuità didattica».
Con il via libera della Corte dei Conti, dopo che sul testo sottoscritto il 9 febbraio era stato dato l’ok da parte del Consiglio dei Ministri, arriva finalmente al traguardo il nuovo contratto della scuola per 1,2 milioni di dipendenti: per la firma definitiva i sindacati sono stati convocati per giovedì prossimo all’Aran, l’Agenzia per il pubblico impiego. A firmare saranno Cgil, Cisl e Uil. Lo Snals, con il segretario generale Elvira Serafini, ha fatto sapere che non è intenzione del sindacato dare il proprio assenso ad un rinnovo contrattuale che, del resto, non ha avuto neppure il loro assenso in occasione della pre-intesa. La Gilda, guidata da Rino Di Meglio, deciderà giovedì mattina il da farsi. «L’entrata in vigore di questo contratto ci consente di avviare un percorso significativo di valorizzazione delle professionalità che lavorano nei nostri settori- spiega la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli- di offrire migliori condizioni alle dipendenti e ai dipendenti, di continuare a mettere al centro anche le nostre ragazze e i nostri ragazzi, fine ultimo di ogni nostra azione, con regole certe per la continuità didattica». Soddisfatti i sindacati. «Aver firmato il contratto – sottolinea Maddalena Gissi, Cisl – si conferma la scelta giusta, un concreto punto fermo in una situazione di grande incertezza politica. Chiunque abbia un minimo di buon senso lo capisce, anzi lo ha capito da subito, con buona pace dei tanti demagoghi in servizio permanente effettivo capaci solo di diffondere strumentali allarmismi. Questo contratto non ha tolto nessuna tutela, ne ha rafforzato qualcuna, ha ridato spazio alla contrattazione, a tutti i livelli. In questi giorni si vota per rinnovare le RSU, grazie al contratto abbiamo dato più senso e più valore a questo grande evento di partecipazione e democrazia». Pino Turi, Uil, rimarca: «Il testo firmato a febbraio diventa pienamente efficace. Buona notizia nel primo giorno di elezioni Rsu. Ora gli aumenti nelle tasche delle persone», chiede, facendo notare che i tempi dell’attesa (70 giorni) sono stati «inaccettabili». Per la Flc Cgil, «questo contratto non è un punto di approdo ma una ripartenza, visto che andrà in scadenza il 31 dicembre 2018 e che il prossimo governo dovrà stanziare nella legge di bilancio le risorse per il triennio 2019-2021».
Cosa prevede
La parte economica del rinnovo era infatti quella più attesa. Gli aumenti salariali previsti vanno da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro, e non ci sarà nessun aumento dell’orario di servizio. Pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro. Per quanto riguarda la quota merito, 100 milioni saranno utilizzati «a pioggia» negli aumenti contrattuali. La restante parte (altri 100 milioni) sarà contrattata nelle singole scuole. Sulla mobilità, solo chi ottiene la titolarità di scuola a domanda volontaria non può cambiare per tre anni. Nessun blocco per chi ottiene la titolarità su ambito o si muove perché perde il posto. La mansione di tutor nell’alternanza scuola-lavoro sarà obbligatoria ma “incentivata”, ossia pagata, a parte. La formazione degli insegnanti prevede 500 euro di bonus per l’acquisto di computer, tablet e corsi di formazione. La formazione in servizio diventa obbligatoria, ma sarà il Collegio a stabilire il monte ore complessivo annuale. Consigli di classe, collegi dei docenti, ricevimenti dei genitori passano da 40 ore più 40 ore a 80 complessive. I fondi del merito non saranno più distribuiti dai dirigenti scolastici ma saranno in parte contrattati a livello di istituzione scolastica e in parte andranno a finire nello stipendio tabellare.
Cosa non prevede
Non entrano invece per ora nel contratto alcune regole che riguardano i comportamenti dei docenti a scuola. Dopo gli scandali delle molestie ripetute denunciate in alcune scuole la proposta di licenziare i prof che tengono comportamenti ‘non opportuni’ verrà attuata, ma in una seconda fase della contrattazione. Anche le sanzioni disciplinari sono state rinviate ad una successiva sequenza contrattuale.
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