di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 1.3.2018
Facciamo due conti
Qualche avvisaglia, peraltro, si è già avuta con lo stipendio di febbraio.
Il problema riguarda il cosiddetto “bonus Renzi” di 80 euro mensili riservato a tutti i lavoratori con un stipendio compreso fra i 24.600 e i 26.600 euro annuali.
Proviamo a spiegare come stanno le cose.
Finora, il bonus spettava a chi aveva uno stipendio fra 24mila e 26mila euro, con questi importi:
fino a 24.000 euro bonus annuale 960 euro
24.500 euro bonus annuale 720 euro
25.000 euro bonus annuale 480 euro
25.600 euro bonus annuale 192 euro
Per il 2018, come abbiamo detto, i limiti sono stati modificati e incrementati di 600 euro.
Quindi gli importi saranno questi
fino a 24.600 euro bonus annuale 960 euro
24.900 euro bonus annuale 816 euro
25.000 euro bonus annuale 768 euro
25.600 euro bonus annuale 480 euro
26.200 euro bonus annuale 192 euro
Apparentemente la situazione sembra più vantaggiosa per tutti, ma non è così perché ovviamente bisogna considerare che nel frattempo gli stipendi aumentano.
L’incremento medio sarà pari per quasi tutti a 850 euro per il periodo marzo/dicembre e di circa 70 euro per il periodo gennaio/febbraio 2018.
Il totale dell’incremento si aggira dunque sui 900 euro.
Qualcuno ci perderà qualcosa
A questo punto basta fare un semplice calcolo.
Prendiamo ad esempio uno stipendio da 24000 mila euro che attualmente dà diritto a un bonus di 960 euro: con l’applicazione del nuovo contratto salirà a 24.900 euro che però consentirà di avere un bonus di soli 812 euro, con una perdita netta di 148 euro.
D’altronde molti insegnanti hanno già avuto una loro personale sorpresa con lo stipendio di febbraio, con cui è stato effettuato il conguaglio fiscale del 2017.
Infatti, chi ha percepito compensi accessori nel corso dell’anno potrebbe aver superato superato il tetto che gli dava diritto al bonus di 80 euro o di una parte di esso.
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