– Coronavirus e didattica a distanza: molto è stato detto, ma numerosi sono ancora i dubbi degli insegnanti circa i loro doveri in questa emergenza.
La didattica a distanza è una realtà e i dirigenti scolastici sono obbligati ad attivarla.
Con DPCM del 4 marzo 2020, anche se la didattica a distanza non è contemplata nel Contratto nazionale di lavoro dei docenti, essa è diventata la modalità per “fare scuola”.
L’articolo 1, comma 1, punto g) stabilisce infatti
i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità.
A vari livelli e con varie modalità, che saranno raccolte dal Ministero con un apposito monitoraggio.
Orari e modalità della didattica a distanza
L’ultima nota del Ministero in relazione alla didattica a distanza consiglia di evitare, soprattutto nella scuola primaria, la mera trasmissione di compiti ed esercitazioni, ma di accompagnarla da una qualche forma di azione didattica o anche semplicemente di contatto a distanza.
Inoltre – scrive il Ministero – va esercitata una necessaria attività di programmazione, al fine di evitare sovrapposizioni tra l’erogazione a distanza, nella forma delle “classi virtuali”, tra le diverse discipline e d evitare sovrapposizioni.
Il Ministero ricorda, soprattutto per i bambini della scuola di infanzia, come il periodo sia particolarmente difficile perché viene a mancare la dimensione di relazione e il gruppo classe. Di conseguenza anche le più semplici forme di contatto sono da raccomandare vivamente.
A questo proposito nella nota del 13 marzo 2020 il Capo Dipartimento Giovanna Boda conclude con una esortazione.
“Potrebbe sembrare un paradosso, ma le richieste che le famiglie rivolgono alle scuole vanno oltre ai compiti e alle lezioni a distanza, cercano infatti un rapporto più intenso e ravvicinato, seppur nella virtualità dettata dal momento. Chiedono di poter ascoltare le vostre voci e le vostre rassicurazioni, di poter incrociare anche gli sguardi rassicuranti di ognuno di voi, per poter confidare paure e preoccupazioni senza vergognarsi di chiedere aiuto”
No orario di lavoro
Va detto che – a meno che non siano stati concordati a livello di scuola – il docente non è tenuto al rispetto del normale orario di lavoro settimanale.
Questo perché la situazione emergenziale potrebbe rendere impossibile tale aspetto: numerosi docenti accudiscono i figli piccoli, altri condividono con i figli l’utilizzo dei device per la didattica a distanza.
Inoltre nessuna circolare o dettame ministeriale ha imposto agli alunni di stare per 6 ore consecutive davanti allo schermo del pc o dello smartphone perché è impossibile ricreare in tutto e per tutto il contesto scuola.
Bisogna invece considerare che numerosi docenti stanno lavorando per un numero di ore maggiore rispetto al loro lavoro classico a scuola perché la didattica a distanza non si improvvisa in una settimana e perché necessità di competenze, materiali, ripensamento della modalità di trasmissione, feedback.
Per non parlare del supporto psicologico che numerosi docenti offrono ai loro alunni e alle loro famiglie anche solo con un saluto, un pensiero, uno scambio di battute.
Pertanto, a scanso di equivoci per qualche Dirigente Scolastico che insiste ancora nel report di ore effettivamente svolte, la didattica a distanza è un obbligo. La modalità attiene alla responsabilità del docente, che esercita la libertà di insegnamento e ha tutto l’interesse – esattamente come in classe – ad ottenere i risultati.
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Coronavirus, didattica a distanza: quante ore deve svolgere ogni insegnante? Nessun obbligo di orario ultima modifica: 2020-03-16T15:21:14+01:00 da