dal blog di Gianfranco Scialpi, 24.2.2020
– Coronavirus sta favorendo il proliferare di fake news che fanno leva sulla paura. E’ importante mantenere la calma e agire responsabilmente, diffondendo solo informazioni e comunicati pubblicati dai siti istituzionali. Se poi si vuole condividere altre notizie, occorre…
Coronavirus, l’ultima rappresentazione della paura
Coronavirus, conferma la fragilità della nostra civiltà, basata sulla tecnica, espressione della razionalità e della volontà di potenza (F. Nietzsche) che tutto riduce a ente (M. Heidegger). L’ agire velocemente che porta al nichilismo temporale e spaziale conferma il nostro desiderio di immortalità, di cristallizzazione della morte. La rimozione dell’ evento estremo caratterizza l’esistenza inautentica (M. Heidegger), caratterizzata da una bolla che separa dal “senso della terra” (F. Nietzsche). Ci illudiamo di essere unici e importanti nell’Universo, che però si presenta sempre più vasto e complesso nelle sue leggi e aperto anche alla possibilità di essere solo uno dei mondi possibili (multivverso).
In “La rivoluzione dell’informazione”(Codice Edizioni, Torino, 2012) L.Floridi sostiene che abbiamo vissuto tre rivoluzioni (la quarta è ancora in corso) che hanno de-satellizzato l’uomo, riducendolo a una comparsa nell’universo (Copernico), a un risultato non speciale (Darwin) e soprattutto governato dalle sue componenti irrazionali (Freud).
Quest’ultima si declina nella paura, che periodicamente fa saltare il banco delle nostre certezze.
Scrive Z. Baumann ” Una volta abbattutasi sul mondo degli uomini, la paura si alimenta da sola, acquisisce una sua logica di svluppo, cresce e si diffonde – in modo inarrestabile – senza quasi bisogni di cure, di ulteriori apporti… La paura ci spinge a un atteggiamento difensivo. Una volta assunto, esso dà immediatezza e concretezza alla paura” (Il demone della paura)
Le fake news si diffondono grazie alla paura
La paura favorisce la proliferazione delle fake news. Il fine è il guadagno! E’ sufficiente cliccare su I like o Condividi per monetizzare il contenuto.
Al copione ovviamente non sfugge la vicenda del Coronavirus che mette a nudo le nostre paure, annichilendo la componente razionale. In breve tempo diventano virali. In altri termini, si duplicano e si diffondono attraverso il meccanismo della condivisione, facendo felici i tanti parassiti virtuali che lucrano sull’ignoranza e le paure delle persone.
Tornando al coronavirus, alcune fake news riguardano presunti casi di contagio (Peschiera del Garda, Chioggia…), modalità di diffusione del virus (animali domestici, ricezione di pacchi dalla Cina…), cure antibiotiche presentate come efficaci contro il virus.
Mi fermo qui.
Coronavirus un’occasione per riflettere sulla nostra responsabilità
L’epidemia rappresenta un’opportunità (non cercata, ovviamente) per riflettere sulle nostre responsabilità. La paura, il panico disarticolano, atomizzano le persone sfilacciando il senso di appartenenza e richiudendole nel particulare (Guicciardini).
Ha scritto ieri M. Recalcati sul quotidiano “La Repubblica”: “Il corpo collettivo preso dal panico si smembra; la massa panicata è una massa in frantumi, frammentata, smarrita. Essa ha perduto l’illusoria unità che sentirsi uniti e identificati alla stessa insegna comporta. Il panico erode la solidità euforica della massa riportandoci alla nostra individuale inermità…ogni individuo cerca di salvare se stesso vivendo il proprio simile non più, come accade nella massa compatta, come prolungamento della propria identità, ma come una sua minaccia mortale. Il panico rende ciechi: la massa che si sgretola fuggendo il più lontano possibile dalla fonte della minaccia tende sempre ad alimentare caos e distruzione. Problema che nel caso di ogni virus si complica per il fatto che la fonte della minaccia non è mai localizzabile ma si sparpaglia tra noi in modo imprevedibile.”
Invece assumendo la categoria della responsabilità come uno dei paradigmi della cittadinanza, favoriamo l’entrata dell’altro nella nostra sfera esistenziale, dominata dall’Io. In altri termini ogni nostra azione punta al ben-essere collettivo.
Alcuni comportamenti responsabili contro le fake news
In concreto occorre condividere solo informazioni provenienti dai siti istituzionali (Presidenza del Consiglio, Ministero della Salute, dell’Istruzione…).
Per noi docenti è consigliabile fermarsi qui, anche nei gruppi social o chat. Siamo sempre chiamati a rispondere della cura del bene comune, declinato in questo caso nel non diventare complici di comunicazioni faziose, fuorvianti o finalizzate ad alimentare la paura e quindi a separare, piuttosto che unire.
Per le altre notizie, se proprio dobbiamo, è bene astenersi dal cliccare in modo compulsivo sul pulsante-funzione “I like” o “Condividi”. Occorre prima di tutto verificare:
1) i titoli. Se sono presentati solo in grassetto e maiuscolo, allora è bene diffidare.
2) L‘Url (indirizzo nella barra apposita). Occorre evitare quelli che hanno l’estensione .com, .org seguita da altre lettere.
3) La presenza di errori nel testo
4) La diffusione della notizia. Se questa non è riportata da altre testate, allora siamo in presenza di una bufala.
5) L’autorevolezza dell’autore e del blog, attraverso una ricerca nel Web
6) La coerenza tra il titolo e il contenuto. Ad esempio il titolo che trasmette certezza della notizia che contrasta però con il contenuto più sfumato, deve portarci a diffidare…
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Coronavirus, è il tempo della responsabilità verso la Comunità ultima modifica: 2020-02-25T05:23:59+01:00 da