dal blog di Gianfranco Scialpi, 7.3.2020
– Coronavirus, rappresenta l’ultima rappresentazione della “crisi”.
Non sarà più come prima. Anche per la scuola.
Conavirus, l’epidemia sta mutando gli scenari ipotizzati. “Saltano” certezze o quasi, comportamenti. E’ la rappresentazione della “crisi”. Occorre un nuovo patto educativo tra la famiglia e la scuola.
Conavirus, l’esperienza della “crisi”
Conavirus , se ne sta parlando tanto. Ogni giorno giornali, talk show e il Web sono colonizzati da questo microrganismo che sta azzerando certezze, cambiando i comportamenti, le relazioni. In sintesi, siamo altro, rispetto a qualche settimana fa
Siamo gli attori dell’ultima rappresentazione della “crisi”( dal greco krisis). Il suo significato richiama ” un momento difficile, duro, spiacevole, e se ne farebbe volentieri a meno. Ma ciò che la sua saggia etimologia ci racconta è che la crisi altro non è che un momento di scelta, di decisione forte…Dicono che l’ideogramma cinese per ‘crisi’ sia composto dai segni che rappresentano ‘pericolo’ e ‘opportunità’. È una baggianata. Ma quello che è vero è che, senza andare oltre la propria lingua, la crisi già rappresenta pericolo e opportunità. La crisi è la scelta che, volenti o nolenti, si è chiamati a fare.”
Anche la scuola è cambiata
Il coronavirus sta forzando il cambiamento in tutti i settori, compresa la scuola. Non sarà reversibile. Niente sarà più come prima!
Si sta affermando un nuovo scenario, finora timidamente avviato e diffuso. Al centro del nuovo palcoscenico si trova la formazione a distanza. Non sappiamo attualmente quale configurazione avrà nei prossimi anni. Per certo richiederà un diverso uso dei dispositivi elettronici (device) che dovranno implementare maggiormente la prospettiva formativa.
Coronavirus, un nuovo patto educativo tra la famiglia e la scuola
Questo nuovo scenario richiederà alla famiglia e ai docenti un diverso approccio al processo di formazione dei ragazzi. Saranno coinvolti maggiormente gli alunni della scuola primaria che dovranno essere supportati più direttamente dai genitori.
Il nuovo scenario costringerà gli adulti a condividere maggiormente i propri dispositivi (pc, tablet, smartphone) con i propri figli o ad acquistarne di nuovi. La formazione a distanza imporrà loro un utilizzo per scopi non solo privati dei Gigabyte a disposizione (non per molto ancora) e soprattutto una prossimità fisica più concreta. E’ impensabile che i piccoli alunni possano gestire autonomamente i device, conoscendo tutti i rischi connaturati alla navigazione nel Web. E questo sicuramente rappresenterà un’occasione per riannodare, consolidare il rapporto genitori/figli.
Anche i docenti dovranno cambiare le loro abitudini. Non sono pochi,infatti, quelli refrattari alla tecnologia o sostenitori variamente consapevoli dell’uso minimale personale ( conoscenza limitata alle funzioni per chattare, postare…) o didattico (uso delle Lim unicamente per videoproiezione).
Essi dovranno riconvertirsi a una didattica senza la prossimità fisica, acquisendo conoscenze, capacità tecniche e competenze che riescano a coniugare la tecnologia con i nuovi profili formativi. Insegneranno in aule virtuali e meno in quelle reali, con inevitabili conseguenze sui processi di apprendimento degli allievi. Saranno costretti, infine a individuare nuove modalità di relazione che riescano attraverso lo schermo a trasmettere emozioni .
Concludendo, probabilmente la diffusione del Cornavirus ha forzato un processo già presente, ma non tale da imporre un nuovo cammino. Questo scenario sanitario non era stato previsto, ma ormai siamo entrati nella post-modernità, consapevoli che la storia cammina con le proprie gambe.
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Coronavirus, sta “imponendo”un nuovo patto educativo ultima modifica: 2020-03-07T21:07:59+01:00 da