Corsa contro il tempo per trovare docenti di ruolo: ne mancano oltre 14mila

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 28.7.2023.

Per riempire tutte le caselle lasciate libere dai pensionamenti e dai trasferimenti ci si scontra con la carenza di insegnanti titolati soprattutto in alcune materie e con la cervellotica procedura per le assunzioni

Gilda Venezia

È corsa contro il tempo per trovare docenti da assumere a tempo indeterminato. Soltanto 36mila immissioni in ruolo dopo la prima fase lanciata già a metà luglio dal ministero dell’Istruzione e del merito per fare in modo che al suono della prima campanella gli alunni trovino in classe tutti i loro docenti. O il maggior numero possibile, considerate le complesse e articolate procedure per l’assunzione a tempo indeterminato e determinato dei docenti nel nostro paese. Algoritmo permettendo, ovviamente.

Quest’anno, come ha più volte dichiarato il ministro Giuseppe Valditara, viale Trastevere sta facendo di tutto per assicurare un corpo docente stabile e completo ai 724mila alunni delle scuole statali. Gli uffici scolastici regionali e provinciali non hanno smesso di lavorare un solo minuto, con dirigenti, funzionari e impiegati che non si sa quando potranno andare in ferie. Ma per completare il puzzle e riempire tutte le caselle lasciate libere dai pensionamenti e dai trasferimenti, ci si scontra con la carenza di docenti titolati soprattutto in alcune materie e con la cervellotica procedura per le assunzioni, frutto di una sovrapposizione legislativa determinata dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni.

La prima fase

Le immissioni in ruolo dei docenti prevedono che il contingente autorizzato dal ministero alle diverse regioni e suddiviso alle province dagli uffici regionali venga ulteriormente suddiviso a metà tra coloro che sono ancora inseriti nelle graduatorie provinciali a esaurimento, le Gae, e i vincitori di concorso inclusi nelle rispettive graduatorie regionali, le Gm. Ma nel corso degli anni, le Gae sono ormai quasi prive di iscritti in molte province, soprattutto al nord. Mentre le graduatorie dei concorsi, che richiedono da uno a due anni per essere espletati, sono già state sfruttate nel corso delle precedenti tornate di assunzione e si aspettano le liste dei concorsi riservati in fase di conclusione. Per questa ragione dopo questa prima fase, sono stati immessi in ruolo 36.324 docenti su 50.807. Restano 14.483 docenti da reperire in altro modo.

Mancano all’appello 7.284 insegnanti di sostegno, quasi tutti al nord. E ancora: si cercano quasi mille e 400 docenti di Italiano, Storia e Geografia alla scuola media, oltre 800 docenti di Matematica e fisica, quasi 800 ingegneri e informatici per insegnare Elettronica, Informatica e Meccanica e oltre mille docenti di laboratorio al superiore. Il perché è presto detto. Capita spesso che manca il docente da assumere in una certa provincia ma ce ne sarebbe uno disponibile in un’altra. E col rigido meccanismo di assunzioni della prima fase restano i vuoti. Stesso discorso per i vincitori di concorso.

La chiamata veloce

Per questa ragione, nel 2020 l’allora ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha lanciato la cosiddetta call veloce. Un meccanismo che consente a un precario inserito in Gae o Gm di scegliere (a domanda) di essere assunto in un’altra provincia o in un’altra regione. Per questi 14mila e più docenti che mancano all’appello la call veloce scattava ieri e si concluderà il prossimo 31 agosto. In questi 5 giorni, gli interessati potranno inoltrare domanda e candidarsi all’assunzione. Subito dopo, sarà l’algoritmo ad assegnare le sedi libere. Ma dovranno essere disposti a trasferirsi anche a centinaia di chilometri di distanza da casa con annessi e connessi: affitto di una camera o un appartamento, spostamenti per tornare a casa periodicamente e costo della vita che al nord è maggiore che al sud. Perché è nelle regioni meridionali che c’è abbondanza di precari da assumere mentre il grosso dei posti liberi è in quelle settentrionali.

I posti liberi

Dopo i pensionamenti che scatteranno dal prossimo primo settembre, i posti residui sono 81mila circa. Per 51mila scarsi il ministero sta cercando precari da assumere.
Le 30mila cattedre libere verranno destinate al prossimo concorso ordinario. Nel frattempo verranno occupate da supplenti. Secondo una prima stima, dopo la call veloce, potrebbero rimanere in tutto da 7mila a 10mila cattedre libere. E con le 30mila destinate al concorso i supplenti da collocare sulle cattedre vacanti potrebbero arrivare a 35/40mila. Cui occorrerà aggiungere le supplenze sui posti di sostegno in deroga, al momento circa 85mila, e le supplenze su tutta una miriade di posti liberi sono per un anno: lunghe malattie, distacchi sindacali, distacchi presso enti pubblici e no profit e altro. In tutto, i sindacati stimano un precariato che potrebbe superare le 200mila unità. Da 220mila a 240mila più realisticamente.
Un precariato che Valditara vuole combatte e limitare ad una quota fisiologica. Il sostegno agli alunni disabili. Per assicurare il maggior numero possibile di docenti specializzati agli alunni H, una deroga al meccanismo delle assunzioni è stata varata da qualche anno sul sostegno.
Dopo la call veloce, scatterà la possibilità di assumere dalla prima fascia delle GPS di sostegno (le graduatorie provinciali dei supplenti), dove sono inseriti i docenti specializzati su sostegno ma non abilitati all’insegnamento. Salvo poi regolarizzare l’immissione in ruolo a posteriori, con un corso e un esame di abilitazione a conclusione dell’anno scolastico.
Anche in questo caso, la speranza è quella di affiancare con docenti specializzati più alunni fragili possibile.

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Corsa contro il tempo per trovare docenti di ruolo: ne mancano oltre 14mila ultima modifica: 2023-07-28T21:30:55+02:00 da

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