di Salvo Intravaia la Repubblica, 11.9.2015.
Si completa a mezzanotte la “fase B” delle assunzioni. Ma alla fine resteranno
non assegnate almeno 22mila cattedre delle 102mila ipotizzate all’inizio dal governo
Alla fine, tra mugugni e imprecazioni, accetteranno quasi tutti i precari della scuola nominati lo scorso 2 settembre. Ci sarà tempo fino alle 23:59 di oggi, ma i dati sono praticamente completi. E il governo Renzi avrà portato a casa un punto a proprio favore in quella che si profila come una “battaglia” molto lunga col mondo della scuola. Oggi alle 11 a Roma, infatti, i sindacati degli insegnanti – Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams – riuniranno i rappresentanti d’istituto per delineare le mosse da intraprendere in quello che si preannuncia come un autunno molto caldo.
Ed ecco i dati. A poche ore dalla scadenza per accettare o rifiutare la proposta recapitata nella notte del 2 settembre a 8mila e 800 supplenti o idonei all’ultimo concorso, nei computer del Ministero è arrivato il sì di 8mila e 200 docenti. Oltre il 93,4 per cento, comunicano soddisfatti dall’Ufficio stampa del ministero dell’Istruzione. E per la maggior parte – 7mila su quasi 9mila – si tratta di meridionali destinati ad una carriera scolastica al Nord. A rifiutare sono stati finora in 16. Un’inezia. Ma dei 16mila posti rimasti vacanti dopo le prime due fasi quasi metà – 7mila e 200 circa – rimarranno senza un insegnante a tempo indeterminato. Perfino in Sicilia e Campania sono rimasti posti vacanti. Provvisoriamente, in attesa che si espleti il concorso da 80mila posti previsto dall’esecutivo, su queste cattedre verrà assegnato un supplente. Cui occorrerà aggiungere le cattedre vacanti che rimarranno anche dalle assegnazioni in fase C.
Secondo i calcoli effettuati dai sindacati, sulla base dei numeri diffusi dallo stesso ministero, alla fine della partita resteranno non assegnate almeno 22mila cattedre delle 102mila ipotizzate all’inizio dal governo. Cattedre che andranno ad ingrossare le fila dei precari – almeno 60mila supplenti d’istituto che continueranno ad ottenere per un altro anno l’incarico – che l’esecutivo voleva cancellare per assicurare maggiore stabilità alle scuole. Fine della “supplentite” che è solo rinviata, come ha avuto modi di dire lo stesso ministro, Stafania Giannini, giacché l’anno che in quasi tutte le regioni italiane vedrà suonare la prima campanella il 14 settembre (o qualche giorno dopo) appare davvero come un anni di transizione.
Da stasera oltre 8mila neo-prof, solo una ventina non ha accettato ultima modifica: 2015-09-11T21:02:32+02:00 da