di Anna Chiara, Professionisti Scuola Network, 18.5.2020
– Il valore che non si può quantificare –
Non si può fare. Non è giusto, non va fatto. E sicuramente c’è il modo di non farlo. Basta volerlo. Basta che ci sia una “manina” (in politica ne abbiamo viste tante di “manine” furbe), che inserisca in qualche decreto un piccolo comma. E non sarebbe una manina maliziosa o fraudolenta. Sarebbe una manina sacrosanta, che darebbe un volto diverso, più realista, più pedagogicamente corretto ed adeguato, a quanto sta succedendo nella scuola primaria. In questi mesi di quarantena e didattica a distanza, in questi mesi dove davvero i bambni sono stati “messi da parte”, privati di scuola, sport, momenti di socializzazione, addidati come untori, come portatori sani, a volte diventati un macigno da gestire h24, quasi nessuno tra quelli che “possono”, si è chiesto “Ma è davvero giusto che alla fine dell’anno scolastico, sul documento di valutazione, ci debba essere PER FORZA un numero ?’ Ma cosa esprime questo numero ?”
Non si può, davvero non si può trasformare in un numero un’emergenza che i bambini hanno vissuto con grande sacrificio e con chissà quali risvolti futuri sulla loro pelle. E non si possono trasformare più di 100 giorni di DAD alla scuola primaria in un voto numerico, che non può avere alcun significato e non può rappresentare niente di quanto sia accaduto in questi mesi. Nel documento di valutazione della scuola primaria è previsto un giudizio. Si potrebbe, almeno per una volta, limitarsi a quello, magari rendendolo ancora pià articolato ed eliminare quei numeri, così freddi, squalificanti, demotivanti e insignificanti in un momento come questo.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di una docente della scuola primaria di Bologna, nella speranza che il ministro o chi per esso ascolti questa voce, che è la voce di tantissimi maestri e maestre che chiedono di ricordarsi anche dei bambini.
“Ministro Azzolina, Vorrei sottoporLe in modo semplice e diretto una domanda:
Perché, nonostante Le siano giunti pareri autorevoli e sollecitazioni dal mondo della scuola VISSUTA, si ostina a perseverare nell’ impellente richiesta di valutazione numerica degli alunni della scuola Primaria ? Per farle comprendere quanto questa ossessiva imposizione sia viziata nella forma e nella sostanza, le riporto le voci dei BAMBINI, perché con la loro logica ferrea e priva di caratterizzazione politica, possano giungere laddove pareri altolocati e prestigiosi, non sono riusciti. “Maestra, ma come si può mettere un voto ai compiti fatti in DaD, mentre intorno a noi accade di tutto, mentre il mondo ha paura di non avere un futuro ? Perché, Ministro, non entra nelle nostre classi virtuali, magari in compagnia di qualcuno di quei burocrati che la affiancano, per toccare con mano e soprattutto con il cuore, la irreale realtà vissuta da questi bambini, e magari per comprendere quanto possa essere aberrante valutare qualsivoglia competenza, obiettivo, abilità o processo in questo contingente? Ma possibile che anche in questo frangente la scuola debba rifiutare il proprio ruolo di sostegno psicopedagogico e didattico e rifugiarsi in quello di asettico misuratore di ipotetici e alienati valori ?”
Diana Petrelli – maestra.