di Lucio Ficara, La Tecnica della scuola, 23.4.2020
– Con il passare dei giorni diventa urgente dare risposte alla questione che riguarda la valutazione finale degli studenti per l’anno scolastico 2019/2020: tenuto in considerazione il fatto che si è attuata la sospensione delle attività didattiche per quasi tutto il secondo quadrimestre e che è stata attivata nelle scuole, nei limiti del possibile, la didattica a distanza, adesso c’è l’esigenza di verificare per ogni alunno la quantità e qualità del suo operato e di quanto appreso.
Fatta salva l’ammissione per tutti gli studenti alla classe successiva, servono indicazioni chiare e precise da parte del ministero dell’Istruzione sulla valutazione finale degli studenti, anche al fine di evitare contenziosi e conseguentemente nuove valutazioni da parte dei Tar.
Valutazione degli studenti durante la DAD
Diversi docenti ci segnalano dubbi, ad esempio, sulla legittimità della valutazione degli studenti durante lo svolgimento della didattica a distanza.
Sono dubbi che non si sono di certo ridimensionati con la decisione del Governo di consentire per legge l’ammissione di tutti gli studenti alla classe successiva anche se l’alunno dovesse avere delle insufficienze.
Quelli per cui la DaD è come la didattica in presenza
Da quello che stiamo vedendo, in questa fase prolungata di didattica a distanza, i docenti si stanno comportando in modo molto diverso tra di loro: c’è chi sta considerando questa nuova tipologia di offerta formativa sostanzialmente “uguale” alla didattica in presenza, conducendo verifiche scritte, orali e registrando i voti sul registro elettronico.
Altri docenti hanno abolito le verifiche scritte, per utilizzare prevalentemente il metodo dell’interrogazione orale a distanza con voto registrato; altri ancora hanno abolito le verifiche e non registrano voti.
Poi, ci sono alcuni docenti che svolgono dei test a risposta multipla e valutano in funzione delle risposte esatte formulate dagli alunni e studenti.
Niente più voti numerici
In alcune scuole, ci sono anche degli insegnanti che hanno sostituito i voti tradizionali, in particolare abolendo il voto numerico, con i segni + o –, inserendo dei giudizi motivati.
In buona sostanza le scuole stanno agendo in modi molto differenti e addirittura i docenti della stessa scuola non hanno una linea comune.
La domanda da porsi è: va bene la libertà di insegnamento, ma forse non si sta eccedendo nella personalizzazione delle modalità di giudizio?
Il problema diventerà predominante a ridosso degli scrutini finali di giugno, quando ogni studente avrà il diritto di ricevere un voto reale e non più virtuale. A partire dagli alunni e studenti che dovranno essere valutati per l’ammissione agli Esami finali di terza media e di maturità.
Ma anche nel caso dell’ultimo triennio della scuola secondaria di secondo grado, la cui consistenza avrà incidenza diretta nel credito scolastico che l’allievo si porterà dietro fino all’Esame di Stato.
Scrutini finali
L’anno scolastico sta per volgere al termine, poiché mancano poco più di una trentina di giorni di scuola e poi ci saranno gli scrutini. Le famiglie e gli studenti si chiedono, soprattutto, quanto potrà incidere il periodo svolto con l’utilizzo della didattica a distanza sulla valutazione numerica finale, quanto inciderà sul credito scolastico per gli studenti del secondo biennio della scuola secondaria di secondo grado e sugli ammessi agli esami di Stato del II ciclo.
Addirittura si chiedono se è legittima la valutazione scaturita da lezioni svolte a distanza e se questa può modificare, anche sensibilmente, gli esiti già scrutinati nella prima metà dell’anno scolastico.
In particolare, si chiedono se è lecito che una valutazione a distanza, imposta a seguito della sospensione delle attività didattiche in presenza, possa modificare, addirittura ribaltare, il quadro di valutazione già esaminato nel primo quadrimestre o nei primi due trimestri.
Il ministero si esprima
Sono interrogativi importanti che hanno bisogno di risposte certe. Proprio perchè si sta entrando nella fase finale dell’anno scolastico.
Servono, quindi, risposte univoche, anche per mettere al riparo l’amministrazione da possibili rischi di soccombenza davanti ai giudici del Tar, nel caso in cui degli studenti che si sentissero danneggiati dal giudizio formulato nei loro confronti a seguito della DaD dovessero presentare un ricorso.
Il ministero dell’Istruzione, per concludere, dovrà rispondere con delle indicazioni chiare. Le quali, inevitabilmente, entrino nel merito di come realizzare la valutazione finale di ogni singolo alunno e studente, non soltanto in termini di ammissione alla classe successiva, ma più peculiarmente in termini di voti, medie aritmetiche e crediti scolastici.
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