TuttoscuolaNews, n. 1129 del 10.6.2024.
Nella campagna elettorale che ha portato alle elezioni europee dello scorso week-end di scuola si è parlato assai poco in Italia, ma anche in Europa, con la parziale eccezione della Francia, che con l’attuale governo sta rilanciando il suo tradizionale modello assimilazionista.
Eppure, nell’attuale congiuntura di ritorno della guerra in un continente che ha vissuto un lungo periodo di pace dopo il 1945, e di dibattito su come far valere le ragioni dell’Europa occidentale, liberal-democratica, nel confronto internazionale tra superpotenze, il tema di quale modello educativo per gli europei avrebbe meritato più attenzione di quanta ne abbia ricevuta nei singoli Paesi. Non è infondato il sospetto che ancora una volta abbiano finito per prevalere quelle preoccupazioni vetero, e ora neonazionalistiche che più volte hanno impedito alle autorità europee di interferire con le politiche scolastiche nazionali fin dal Trattato di Roma del 1957 che istituì la Comunità economica europea (CEE).
Non diversamente va considerata anche la vicenda della bocciatura della bozza di Costituzione europea, firmata il 29 ottobre 2004 da 25 capi di Stato e di Governo dell’UE ma poi non ratificata, nel 2005, dalla Francia e dai Paesi Bassi tramite referendum popolari. Quella bozza di Costituzione, messa a punto da una Commissione presieduta dall’ex presidente francese Giscard d’Estaing (vicepresidenti l’italiano Giuliano Amato e il belga Jean-Luc Dehaene), puntava a dotare l’Europa di una identità politica più forte e autonoma, ispirata a una visione del rapporto tra gli Stati aderenti più federale che confederale.
Un’identità politica più forte avrebbe richiesto o comunque sollecitato anche una più forte identità culturale, e quindi probabilmente anche la costruzione di un modello educativo più omogeneo e partecipato, superando l’autoreferenzialità delle politiche scolastiche nazionali. Ma questo è esattamente ciò che non si è voluto fare, e che finora non è stato fatto. All’Europa è mancata, e tuttora manca, un’anima.
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